Assegno sociale dell’Inps: la stretta.

Stranierinitalia
– Per riscuotere l’assegno sociale bisogna vivere stabilmente in Italia, i cittadini stranieri che se ne tornano in patria per più di un mese rischiano di non vedere più neanche un euro. O di beccarsi una condanna per truffa.
L’assegno, che serve a dare una mano agli anziani più poveri, è versato a italiani e comunitari che hanno almeno 65 anni e da soli non arrivano al reddito minimo fissato per legge (quest’anno è di 5142,67 euro). I cittadini extracomunitari possono goderne solo se sono anche titolari di un permesso per “soggiornanti di lungo periodo” o di una carta di soggiorno, documenti rilasciati a chi ha passato almeno cinque anni regolarmente in Italia.

All’inizio di questo mese l’Inps ha però ribadito in un messaggio che “la residenza effettiva [in Italia n.d.r.] rappresenta un elemento costitutivo del diritto alla prestazione assistenziale”. “Tale requisito si perfeziona con la dimora effettiva, stabile ed abituale in Italia, assumendo rilevanza essenziale il rapporto tra il soggetto richiedente la provvidenza ed il luogo”.

Non sono ammesse nemmeno vacanze lunghe in patria. “Le sedi – spiega l’Istituto – dovranno procedere alla sospensione dell’assegno sociale in caso di permanenza all’estero per un periodo superiore ad un mese”, a meno che questa non sia dovuta a motivi di salute. Dopo un anno di sospensione, se l’interessato è ancora all’estero, l’assegno verrà revocato definitivamente.

Le verifiche saranno meticolose. Il messaggio parla, ad esempio, di accertamenti presso il Comune di residenza, o della presa visione dei visti di ingresso e di uscita stampati sul passaporto e indica come casi potenzialmente sospetti quelli di anziani che non riscuotono con regolarità l’assegno, delegano altri a farlo al posto loro, oppure se lo fanno accreditare direttamente sul conto corrente.

Per i “furbi”, le conseguenze possono essere gravi.

La scorsa settimana, ad esempio, la Guardia di Finanza di Alba (Cuneo) ha denunciato per truffa quattro anziani cittadini stranieri, due marocchini e due albanesi. Erano arrivati tutti in Italia con un ricongiungimento e una volta qui avevano chiesto, non avendo reddito, l’assegno sociale.

Una volta ottenuto il sussidio, se ne erano però tornati a vivere per lunghi periodi in patria, pur mantenendo la residenza in Italia. In questo modo, secondo i finanzieri, avrebbero sottratto ingiustamente alle casse dell’Inps circa 25mila euro, che ora dovranno restituire.

Elvio Pasca




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