Outreach socio-sanitaria per i senza fissa dimora

18
Feb

A.M.M.I. e CCM in Io R-esisto in strada: outreach socio-sanitaria per i senza fissa dimora di Torino

Nel periodo aprile-giugno i mediatori interculturali A.M.M.I. affiancheranno il personale socio- sanitario CCM (capofila) e World Friends in Io R-esisto in strada: outreach socio-sanitaria per i senza fissa dimora di Torino”. Il progetto, finanziato dalla Compagnia di San Paolo, si rivolge alla popolazione dei senza fissa dimora di Torino per sostenerli nell’attuale crisi sanitaria dovuta alla diffusione del COVID-19. Attualmente i senza fissa dimora stanno affrontando una fase di grave difficoltà non potendo di fatto rispettare le regole di prevenzione e isolamento sociale necessarie a difendersi dall’eventualità di contagio da Coronavirus. Inoltre molti servizi a loro normalmente dedicati sono stati sospesi e il progetto permetterà di riprendere le attività di educazione sanitaria e distribuzione di farmaci presso gli ambulatori di Via Nizza e Via Saccarelli.

In particolare, “Io R-esisto in strada” si pone come obiettivo l’allestimento di attività di assistenza socio-sanitaria, fornendo ascolto, educazione sanitaria e distribuendo farmaci da banco e kit igienici ai senza fissa dimora. Inoltre sarà organizzato un servizio di supporto telefonico gestito da personale medico, rivolto agli operatori delle strutture di accoglienza diurna e notturna, mense, distribuzione viveri e vestiario.

Il contesto

I senza fissa dimora sono la fascia della popolazione più fragile dal punto di vista sociale, economico e sanitario. Solamente a Torino sono stimate oltre 2.000 persone senza fissa dimora, non considerando gli “invisibili” al conteggio, individui non raggiunti da alcun servizio o in transito. Molte di queste persone affrontano già numerosi problemi tra cui la mancanza di un’abitazione, la perdita del lavoro e l’isolamento sociale. Da un punto di vista sanitario molti di loro sono affetti da malattie croniche legate alle condizioni di vita in strada, dunque alla mancanza di un riparo, alla cattiva alimentazione, alle scarse opportunità di cura dell’igiene personale e della propria salute.

La città di Torino si è più volte dimostrata capace di organizzare una fitta rete di servizi in risposta alle diverse esigenze dei senza fissa dimora (dormitori, mense, punti di distribuzione abiti e viveri, ambulatori sociali e bagni pubblici). L’emergenza sanitaria COVID-19 sta però aggredendo in maniera molto dura questa fascia di popolazione che rimane tra le più esposte al rischio di contagio e vede di giorno in giorno ridursi i servizi su cui poter contare per rispondere alle proprie necessità di base.

Oltre ad essere una questione di tutela della salute dei più fragili, che come quella degli altri cittadini deve essere prioritaria rispetto ad ogni altra considerazione, non bisogna tralasciare le potenziali ricadute in termini di salute pubblica, dell’abbandono all’autogestione delle oltre 55.000 persone che vivono in strada sul territorio nazionale.

 

 




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