Come vivono e lavorano le donne migranti in Provincia di Torino

La ricerca – azione della Consigliera di Parità di Torino
Sono tanti i problemi che accomunano le lavoratrici straniere e quelle italiane: un lavoro non scelto ma imposto dalla necessità di un impiego, molto spesso precario, ma che garantisca la sussistenza in tempi che si fanno difficili di giorno in giorno, la difficoltà  di conciliare tempi di vita e di lavoro innanzi tutto. Problemi che per le donne immigrate, impiegate soprattutto nel lavoro di cura sono aggravati dalla quasi impossibilità di accedere ad altre professioni e quindi a un lavoro più qualificato, pur avendo spesso requisiti professionali e titoli di studio non riconosciuti in Italia, per non parlare del problema specifico del rinnovo del permesso di soggiorno. Oltre alla precarietà – doppia rispetto alle lavoratrici italiane – c’è  poi il problema specifico del rinnovo del permesso di soggiorno. Problemi che emergono dalla ricerca-azione Il lavori delle donne: come vivono e lavorano le donne migranti in Provincia di Torino, promossa dalla Consigliera di Parità della Provincia di Torino Laura Cima e dall’Associazione AlmaTerra, in collaborazione con l’Assessorato al Lavoro della Provincia di Torino, e presentata ieri nella Sala Marmi della Provincia di Torino.Un lavoro nato dalle necessità di conoscere meglio l’attuale situazione dei lavori delle donne e del mercato del lavoro, con particolare attenzione rivolta alle donne migranti; di  valorizzare la figura e il ruolo delle/dei mediatrici/mediatori interculturali presenti nei Centri per l’Impiego; per mettere a fuoco la situazione del mercato del lavoro nel settore dei lavori di cura, bacino di primaria importanza per il lavoro delle donne migranti.«Abbiamo voluto approfondire i motivi per cui tra i numerosi casi trattati dal nostro ufficio (oltre 350 fino ad oggi) pochissimi, circa 3 o 4, riguardano le donne straniere – ha spiegato Laura Cima – Consapevoli dell’importante lavoro svolto dalla rete dei mediatori interculturali presso i Centri per l’Impiego e delle associazioni che supportano le lavoratrici e dei lavoratori migranti, abbiamo voluto partire da loro per capire quali sono le maggiori difficoltà e le aspettative delle lavoratrici migranti».Al fine di indagare tali problematiche, l’Associazione AlmaTerra si è avvalsa della collaborazione del Cirsde, Centro Interdisciplinare Ricerche e Studi delle Donne dell’Università di Torino, per la realizzazione di focus group che coinvolgessero i Centri per l’Impiego della Provincia di Torino e le Associazioni del privato sociale che si occupano di orientamento al lavoro.Nei mesi di maggio e giugno 2008 sono stati realizzati quattro focus group: – con i Responsabili dei Centri per l’Impiego della Provincia di Torino. Hanno partecipato 9 responsabili dei C.p.I di Pinerolo, Orbassano, Rivoli, Cuorgnè, Chieri, Torino Sud, Ciriè, Settimo, Susa; – con i/le Referenti per le Pari Opportunità e i/le Referenti per l’Immigrazioni dei C.p.I.. Hanno partecipato 13 Referenti dei C.p.I. di Settimo, Chivasso, Ivrea, Cuorgnè, Chieri, Rivoli, Susa, Pinerolo, Orbassano, Torino.– con le mediatrici e i mediatori interculturali che operano nei C.p.I.; hanno partecipato 9 mediatrici/ori operanti nei C.p.I. di Ivrea, Ciriè, Venaria, Cuorgnè, Susa, Pinerolo, Chivasso, Settimo, Torino;- con le rappresentanti di tre associazioni cittadine. Hanno partecipato quattro persone, tutte donne: due in rappresentanza dell’Almaterra, una dell’Asai-Associazione Salesiana Animazione Interculturale e una dell’Associazione culturale filippina del Piemonte.«La ricerca, di tipo qualitativo – ha spiegato la Presidente del Cirsde Franca Balsamo che ha curato l’attività – ha voluto far incontrare professionalità che hanno a che fare con le lavoratrici migranti, seppur in ambiti differenti, per confrontare metodologie di approccio alla raccolta dei dati e all’accoglienza della persona migrante, al sostegno fornito per far incontrare  domanda e offerta. Le sfumature emerse sono moltissime: dalla voglia di queste donne di sperimentarsi e formarsi per migliorare la loro posizione lavorativa, alle delusioni che spesso seguono i percorsi formativi rispetto alle possibilità d’impiego, al timore di perdere il lavoro, alla difficoltà nell’acquisire autonomia, aspetto che implica la dipendenza dal marito, anche in casi di violenza. Le donne migranti vivono anche molte difficoltà nella gestione di famiglia e lavoro,  da cui deriva una minor disponibilità a lavorare a domicilio 24h/24, legati spesso ai problemi di trasporto. Per le residenti al di fuori dell’area metropolitana, in particolare, la minor disponibilità di servizi di trasporto e la mancanza di mezzi propri (spesso non hanno la patente di guida) è vincolante».L’Assessora alle Pari Opportunità, Aurora Tesio ha sottolineato l’importanza del lavoro in rete avviato su questo tema per la sperimentazioni di nuove soluzioni a favore delle donne migranti e che vede impegnata la Provincia anche attraverso l’assessorato alla Solidarietà Sociale oltre che delle Pari Opportunità e del Lavoro. «La ricerca ci pone di fronte alla necessità di individuare nuove soluzioni che aiutino le lavoratrici migranti a risolvere i problemi di conciliazione, che sono alla base di molte discriminazioni –  ha spiegato ancora la Consigliera di parità – Il supporto fondamentale che offrono alle lavoratrici italiane nelle cosiddette attività di cura, aumenta la loro “fragilità”. Per informare lavoratrici e lavoratori stranieri sulla normativa che garantisce la tutela alla maternità e paternità rispetto al lavoro, abbiamo voluto proporre la versione in 6 lingue scelte tra quelle più parlate in Provincia di Torino: arabo, francese, inglese, albanese, rumeno, spagnolo, della campagna “I nostri auguri tra opportunità e diritti”. L’iniziativa, avviata con successo due anni fa nell’ambito si propone ora alle lavoratrici e ai lavoratori straniere/i per favorire il loro processo di integrazione nel lavoro. Punto di forza per la diffusione dei due opuscoli, che si avvalgono della rete attivata per la diffusione della versione in italiano, è la rete delle mediatrici e dei mediatori interculturali dei Centri per l’impiego della Provincia che è diventata un punto di riferimento importante per i migranti in cerca di lavoro». Tra le novità anche uno studio di fattibilità, avviato dall’Assessorato al Lavoro della Provincia per individuare un modello integrato di gestione di servizi a sostegno dell’incontro tra domanda e offerta nel settore dell’assistenza domiciliare. «Per la prima volta – ha aggiunto la dirigente del Servizio Politiche per il Lavoro e l’Orientamento Elisa Zeppegno – lo studio si propone di definire un intervento del servizio pubblico nel favorire l’incontro tra domanda e offerta nel settore specifico dei lavori di cura».(http://www.deltanews.it/index.htm, N. 188 del 3 ottobre 2008) 




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