“Decreto flussi” per 170mila, prima colf e badanti

Nell’incontro tra Maroni e il ministro del Welfare stabilite limitazioni per i chiamati da un lavoratore straniero – Corriere della Sera
Il nuovo decreto flussi avrà una corsia preferenziale per colf e badanti. L’accordo è fatto, adesso bisogna mettere a punto le quote. Perché entro un paio di settimane il governo approverà la regolarizzazione di altri 170 mila immigrati. Si pesca dalle graduatorie del “click day” con un occhio di riguardo per l’attività domestica: la più richiesta visto che sono circa 380 mila le istanze inserite nel cervellone del Viminale il 18 dicembre del 2007. Limitazioni forti saranno invece imposte ai datori di lavoro stranieri per evitare i ricongiungimenti familiari mascherati.
Le domande già esaminate sono ormai 170 mila, 102.900 i nulla osta rilasciati. Il criterio di assegnazione dei permessi per arrivare in Italia è noto: bisogna dimostrare di poter contare su contratto di lavoro e alloggio. In realtà la maggior parte di coloro che hanno presentato richiesta è già entrato clandestinamente e ha trovato un’occupazione “in nero”, dunque aspetta soltanto la regolarizzazione. Se ha superato i primi due ostacoli – questura (non bisogna avere precedenti penali o provvedimenti di espulsione) e Direzioni provinciali del lavoro – adesso può ricominciare a sperare.
Le graduatorie sono infatti compilate in base all’orario di presentazione dell’istanza e con un totale di 340 mila posti per il 2008 è prevedibile che quasi tutti coloro che hanno i requisiti riescano ad ottenere il via libera. Una limitazione forte sarà posta a chi viene chiamato in Italia da un lavoratore straniero. Su questo sono d’accordo i ministri Roberto Maroni e Maurizio Sacconi che venerdì scorso, durante l’incontro tecnico che si è svolto a palazzo Chigi, hanno tracciato le linee guida. Adesso spetta al prefetto Mario Morcone e al direttore generale del Welfare Maurizio Silveri mettere a punto i dettagli.
Per poter assumere uno straniero, gli immigrati dovranno dimostrare di vivere regolarmente nel nostro Paese da tre anni, o addirittura da cinque e dunque di essere in possesso della carta di soggiorno. Tra le istanze relative al lavoro domestico, il 48 per cento è stata presentata da extracomunitari e, come ha sempre evidenziato Sacconi “ciò induce a un legittimo sospetto sulla genuinità delle domande”, cioè che si tratti di un modo per aggirare la legge sui ricongiungimenti familiari che impone requisiti molto più rigidi.
Così come avvenuto per il precedente decreto relativo a quest’anno, 47.100 posti sono riservati ai cittadini di Paesi che hanno sottoscritto accordi di cooperazione con l’Italia (4.500 albanesi; 1.000 algerini; 3 mila cittadini del Bangladesh; 8 mila egiziani; 5 mila filippini; 1.000 ghanesi; 4.500 marocchini; 6.500 moldavi; 1.500 nigeriani; 1.000 pakistani; 1.000 senegalesi; 100 somali; 3.500 cittadini dello Sri Lanka; 4 mila tunisini; 2.500 cittadini di altri Stati).
Il provvedimento precedente assegnava a colf e badanti 65 mila permessi, ma è prevedibile che la quota sarà ben più alta lasciando alle altre categorie di lavoratori soltanto la cifra che avanza. In particolare i 14 mila addetti al settore edile che rimane uno dei più remunerativi. Del resto qualche giorno fa è stato lo stesso ministro Sacconi ad affermare: “Quello che sta accadendo nel mercato globale e, purtroppo, nella nostra economia deve indurci a riflettere. La gestione della programmazione dei flussi sarà un’operazione delicata e terrà inesorabilmente conto delle peggiorate condizioni. Dobbiamo cercare di evitare di portare nel nostro Paese persone che rischiano la disoccupazione e pensare a coloro che già sono qui e probabilmente sono quelli più a rischio di perdere il lavoro”.




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