Detenuti non italiani trasferiti nelle città con loro Consolati

Asca
Verranno portati negli istituti delle città in cui si trovano i loro consolati. Espulsioni più veloci, senza passare per i Cpt. I detenuti extracomunitari verranno trasferiti nelle carceri delle città dove si trovano i consolati dei loro Paesi d’origine. In questo modo sarà più facile identificarli e acquisire i documenti necessari per il rimpatrio, senza doverli portare nei Centri di Permanenza Temporanea. È l’impegno preso ieri, al termine di un tavolo di lavoro con Viminale e Farnesina, dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
In una prima fase sperimentale, parte dei detenuti extracomunitari che si trovano nelle 205 carceri italiane (in tutto sono 18mila) verrà trasferita negli istituti penitenziari delle città con i consolati di primo livello, quelli cioè più importanti. All’interno di queste strutture verranno messi a disposizione locali per lo svolgimento dell’intervista consolare indispensabile per l’identificazione. Trasferimenti in vista anche per i detenuti stranieri già identificati da rimpatriare, che verranno portati in istituti vicini a porti o aeroporti da dove avverrà l’espulsione. Le carceri verranno inoltre dotate di locali l’udienza di convalida dell’ espulsione amministrativa da parte del giudice di pace.
Si vuole evitare, spiega una nota del Dap, “che i detenuti e gli internati extracomunitari, una volta terminato il periodo di detenzione, debbano essere trattenuti per l’identificazione presso i centri di permanenza temporanea, subendo un ulteriore protrazione della durata della limitazione della libertà personale”. Nessun potenziamento, per ora, agli organici di polizia penitenziaria, ma durante la sperimentazione verranno valutati gli sforzi che comporterà questa nuova procedura.
L’impegno del Dap anticipa di fatto uno dei punti della riforma dell’immigrazione. La bozza del ddl Amato Ferrero prevede infatti “nuove procedure per identificare gli stranieri durante l’esecuzione di misure restrittive della libertà personale, idonee ad escludere la necessità di un successivo trattenimento”.




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