I mediatori culturali indispensabili alla sanità

ANSA) – ROMA, 10 FEB – ”La presenza di mediatori culturali negli ospedali e mediatori pass piemontein particolare nei Pronto Soccorso e’ fondamentale, sono una risorsa per il Servizio Sanitario Nazionale”. Cosi’, Aldo Morrone, nuovo commissario straordinario dell’ospedale San Camillo-Forlanini di Roma e direttore dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti (Inmp) presso l’ospedale San Gallicano ha commentato il caso del bimbo cinese di 11 mesi morto dopo una prima visita all’ospedale di Prato, in seguito alla quale erano stati prescritti al bambino alcuni farmaci. Sul caso e’ stata aperta un’indagine e una delle ipotesi formulate e’ che a causa delle difficolta’ di comprensione tra i familiari del bimbo e il personale medico ci sia stata una cattiva interpretazione della prescrizione medica. L’Asl di Prato sostiene che si e’ trattato di un caso di ‘morte in culla’.

”E’ necessario trovare personale adeguatamente formato – prosegue Morrone – che si deve confrontare con i pazienti delle etnie straniere maggiormente presenti in Italia, cinesi, romeni e albanesi”. Per diventare mediatore culturale e’ necessario un diploma che si ottiene dopo un corso accreditato di 600 ore. ”Non e’ una cosa che costa molto agli ospedali – aggiunge Morrone – e le risorse si trovano nei progetti-obiettivo”. Il neo commissario si riferisce a progetti regionali che erogano fondi anche per la formazione di questi operatori. Il direttore dell’Inmp, poi ha sottolineato che nel 2010 si e’ concluso un progetto nazionale sulla formazione di mediatori culturali (Progetto Pass) che ha coinvolto 120 Asl in Italia, tra cui quelle di Prato, Pistoia e Lucca.




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