Immigrazione e Mediazione Interculturale in Sardegna: Intervista all’Assessore Filippo Spanu

18
Feb

La Regione Sardegna ha di recente adottato il suo “Piano regionale per l’accoglienza dei flussi migratori non programmati 2018”. In questo stesso periodo l’assessore regionale degli Affari generali, Filippo Spanu, si è reso protagonista di varie uscite pubbliche sia per presentare il piano, sia per sensibilizzare sui temi delle politiche di accoglienza e di integrazione. Come sito dedicato alla Mediazione Interculturale, l’abbiamo sentito per parlare dei nuovi progetti della Regione in materia di immigrazione in generale, e in modo particolare del posto riservato alla mediazione interculturale. 

La regione Sardegna non è una delle più esposte ai flussi di migranti provenienti dal Nord Africa. Ciò nonostante esiste un discreto flusso di arrivi di imbarcazioni di migranti irregolari, particolarmente in provenienza dall’Algeria. Un flusso, che è attualmente interrotto da vari mesi, ma che ha portato alcune migliaia di migranti di cui circa 4000 sono attualmente ospiti dei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) dell’isola.

50.346 invece è il numero di cittadini stranieri residenti nella regione. Un numero che comparato al circa 1 milione e 700 mila residenti totali rappresenta una percentuale bassa rispetto alla media nazionale. Ma questo non implica una assenza di problemi e difficoltà legati a questioni di convivenza e interazione tra popolazioni locali e nuovi cittadini.

Nei primi giorni del mese di marzo scorso, la Regione ha approvato un nuovo “Piano regionale per l’accoglienza dei flussi migratori non programmati 2018”, per illustrarci gli obiettivi del piano in genere e per capire il posto che riserva la Regione Sardegna alla figura del Mediatore Interculturale, abbiamo sentito l’assessore regionale degli Affari generali, Filippo Spanu.

 

L’intervista

Assessore Filippo Spanu

Mediatoreinterculturale.it: – La Regione Sardegna ha appena lanciato il Piano regionale 2018 per l’accoglienza dei flussi migratori non programmati. Da quali necessità nasce questo piano e quali obiettivi prosegue?

Assessore Filippo Spanu: – La Sardegna, al pari delle altre Regioni italiane, è attualmente impegnata nella gestione del fenomeno migratorio legato all’arrivo sulle coste italiane di migranti provenienti, in particolare, dall’Africa e dai paesi mediorientali in guerra. Si tratta di un problema complesso che impone un’azione concertata di tutte le diverse competenti autorità europee, nazionali, regionali e locali. In questo contesto, la Regione Sardegna dal 2016 si è dotata di un Piano per l’accoglienza dei flussi migratori non programmati, quale strumento di pianificazione interassessoriale che coniughi e integri le diverse politiche, prestando attenzione alle specificità del contesto regionale. Il Piano regionale per l’accoglienza dei flussi migratori non programmati, che, sulla base delle esigenze manifestate dai territori e delle nuove necessità, è aggiornato ogni anno sia sotto il profilo tecnico che quello finanziario, comprende 11 linee d’azione, finalizzate a perseguire i diversi obiettivi, divisi per settore, tramite azioni concordate con gli assessorati regionali competenti: dalla prima accoglienza alla tutela della salute dei richiedenti protezione internazionale, dall’integrazione socio-lavorativo alla formazione dei migranti, dal rafforzamento della rete Sprar ai progetti di volontariato sociale che prevedono prestazioni gratuite in settori di pubblica utilità.

 

Mediatoreinterculturale.it: –  Che ruolo è riservato in questo piano alla figura del Mediatore Interculturale? Quale saranno le modalità di assunzione di queste figure?

Assessore Filippo Spanu: – Il mediatore culturale è un ponte tra culture differenti ed esercita una vera e propria funzione di orientamento e accompagnamento nei confronti degli immigrati.

L’Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro (ASPAL), in raccordo con i Servizi competenti della Direzione generale del Lavoro, Autorità di Gestione del PO FSE, gestisce un progetto innovativo nell’ambito dei servizi di mediazione culturale.

La finalità generale del progetto è quella di favorire l’inserimento sociale, e ove possibile lavorativo, di persone in arrivo da altri Paesi e, in particolar modo, di cittadine e cittadini al di fuori dei Paesi dell’Unione europea, garantendo servizi di mediazione interculturale omogenei e di qualità su tutto il territorio regionale. A tal fine, si è proceduto alla creazione ed alla pubblicazione sul sito web della Regione Autonoma Sardegna di una Lista di mediatori interculturali (LMI) che attualmente conta 237 iscritti che ha lo scopo di individuare le risorse umane, presenti sul territorio, che siano in possesso di competenze linguistiche, formazione specifica ed esperienze professionali di mediazione differenti per ambito (sociale, scolastico, sanitario, lavoro, giudiziario, mediazione-linguistica). L’elenco costituisce un punto di riferimento per tutti gli enti che abbiano necessità di beneficiare del prezioso supporto dei mediatori interculturali.

Gli Sportelli Territoriali per la Mediazione Interculturale (Stemi), localizzati prevalentemente presso i Centri per l’Impiego dell’intero territorio regionale (Città Metropolitana di Cagliari, Provincia del Sud Sardegna, Provincia Oristano, Provincia Nuoro e Provincia Sassari) offrono un servizio innovativo rivolto non solo all’utenza immigrata, ma anche alle imprese e alle istituzioni pubbliche che interagiscono con i cittadini stranieri in differenti ambiti: lavoro, socio-sanitario, educativo e scolastico, burocratico-amministrativo, giustizia per gli adulti e minorile.

Inoltre, in seguito alla sottoscrizione del Protocollo di intesa con la Questura di Cagliari, i mediatori culturali sono chiamati a prestare la loro attività anche in occasione degli sbarchi dei migranti nell’ambito del sistema Frontex. E’ prevista la presenza di figure qualificate all’interno della struttura organizzativa che svolge l’attività di prima assistenza. Considerata la positiva esperienza, si prevede di estendere il Protocollo a tutte le Questure della Sardegna ma soprattutto la possibilità che questo sia utilizzato anche in occasione degli sbarchi diretti e nei giorni immediatamente successivi agli arrivi.

 

Mediatoreinterculturale.it: – La figura del Mediatore Interculturale è sempre più indispensabile per affrontare le sfide dell’accoglienza, dell’inclusione sociale e della convivenza tra diversi. Ma è anche una figura che soffre di precarietà e assenza di normative nazionali per definire il profilo professionale del Mediatore Interculturale (percorso formativo, competenze generali e specifiche per settore, settori di impiego, modalità di assunzione…). Alcune regioni hanno cercato di coprire questo vuoto legislativo con norme regionali. Come è la situazione in Sardegna? La vostra amministrazione ha progetti per migliorare l’inquadramento normativo di questa professione?

Assessore Filippo Spanu: – La figura del mediatore è fondamentale in un contesto sociale caratterizzato da un profondo bisogno di inclusione e integrazione. Il progetto di mediazione interculturale, ora attuato dalla Regione Sardegna, terminerà il 31 dicembre 2018. Considerando la validità delle politiche sin qui attuate, siamo impegnati a ad individuare concrete e valide soluzioni che possano consentire di continuare a garantire un simile servizio nel nostro territorio regionale.




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