Immigrazione: la fortezza “anti-poveri” piace a molti sindaci

Di Davide Vari – Liberazione, 24 novembre 2007

“Usurpazione di funzione pubblica”, questa l’ipotesi di accusa recapitata al sindaco di Cittadella: l’ameno paesino padano balzato agli onori delle cronache per l’ordinanza con cui lo stesso primo cittadino stabiliva un reddito minimo per gli stranieri che volessero ottenere la residenza. E dire che l’avviso di garanzia era stato recapitato poco tempo dopo l’adesione entusiastica di tanti “borgomastri” padani – nome celtico dei sindaci, secondo il quotidiano leghista La Padania.“Ordinanza di legittima difesa”, andavano ripetendo quest’ultimi. Legittima difesa contro l’invasore extracomunitario, s’intende. Ma quell’ordinanza, secondo la Procura di Padova, è illegittima. Fatto singolare, a siglare l’avviso di garanzia è stato un nome noto della magistratura italiana: quel Pietro Calogero che il 7 aprile del 79, e in qualità di pm della procura di Treviso, autorizzò l’arresto dei leader di Autonomia operaia Negri, Vesce e Scalzone.”La trovo una forzatura nei confronti di un sindaco atta a bloccare l’espansione di un provvedimento che è stato chièsto da centinaia di comuni” ha commentato secco e deluso il sindaco di Cittadella Massimo Bitonci. In ogni caso, la proposta di ammettere come residenti solo i cittadini che dimostrassero un regolare contratto di lavoro o, in alternativa, un reddito minimo di circa 5 mila euro, era piaciuta a molti. In una miriade di paesini del Nord-Est c’era infatti stato un vero proprio boom di ordinanze simili. Tra questi anche tanti sindaci del centro-sinistra. Dopo Cittadella si erano mosse infatti le amministrazioni di Riese Pio X, Fontaniva, Chiarano, Opitergino Mottense e tanti, tantissimi altri piccoli centri terrorizzati da questa presunta invasione.”Stiamo rasentando l’assurdo – ha sbottato Gianpaolo Vallardi, sindaco di Chiarano, in prima fila da mesi sul fronte delle ronde di Veneto Sicuro – perché in questo caso il procuratore, che di certo sta facendo il suo lavoro, si sta concentrando sui sindaci della Lega e del centrodestra che si impegnano quotidianamente nel difendere i cittadini. Non capisco perché si accaniscano sui sindaci che stanno facendo il loro dovere”. Solidarietà al sindaco Bitonci arriva dunque un po’ da tutti i sindaci leghisti del Nord-Est. E solidarietà arriva anche da Roberto Maroni.Il capogruppo della Lega alla Camera non ha dubbi: “L’azione della procura di Padova è un’intimidazione, un utilizzo della magistratura per fini politici per tappare la bocca a un sindaco che vuole applicare la legge”. Secondo Maroni la procura di Padova “ha fatto una cosa senza precedenti: ha messo nel registro degli indagati un sindaco entrando nel merito di un’azione amministrativa e accusandolo di aver commesso un crimine. Che sarebbe poi quello di aver usurpato i poteri di un Prefetto. È un’azione che non ha fondamento”.Gianfranco Fini ha addirittura scritto un lettera indirizzata a Bitonci, un gesto di solidarietà nei confronti di un amministratore che ha solo svolto “le proprie funzioni”. Stessi toni arrivano dal governatore del Veneto Galan: “Perché non andiamo a votare subito tanto per vedere se il Veneto e Cittadella sono o non sono un esempio da imitare per il resto d’Italia?”.

“Da una parte ci sono sindaci – afferma Galan – che in assenza di quanto dovrebbe essere fatto proprio da un vero Ministro dell’Interno, tentano, nel pieno rispetto delle leggi, di porre un argine democratico al rischio di violenze e crimini d’ogni genere; dall’altra c’è Amato che spreca il suo tempo in facili ironie su Cittadella.

Caro Ministro, – prosegue Galan – affinché la Repubblica sia ima madre giusta e previdente per tutti i suoi figli, dovresti sostenere, col dare loro legittimità ulteriore, le iniziative che sull’esempio di Cittadella mi auguro si diffondano ovunque in Italia. Altrimenti – conclude – la Repubblica diventa matrigna, una matrigna apprezzata solo da coloro che tengono in ostaggio il Governo Prodi, obbligandolo ad un cinico solidarismo capace soltanto di generare pericolosi fenomeni di razzismo”.”Non si può fare di Cittadella una repubblica diversa dalle altre”. era stata la colpa e la posizione del ministro dell’Interno Giuliano Amato. “Quella di Cittadella è una storia curiosa – ha osservato ancora Amato, rilevando che l’iniziativa del sindaco è un riassunto “di discipline esistenti”. Ma non può fare appunto di Cittadella, ha concluso, “una repubblica diversa dalle altre”.

 




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