Imprenditori immigrati: 7 su 10 clienti di banche

Roma – 29 agosto 2008 – 7 imprenditori immigrati su 10 sono clienti delle banche. Un dato che varia sensibilmente tra una città e l’altra: a Perugia e a Milano sono 9 su 10, a Brescia 8 e a Roma poco più di 7, mentre a Palermo sono 4 su 10.
Lo rivelano i primi dati di ricerca ABI – CeSPI, condotta su campione rappresentativo di 1324 migranti, di dieci nazionalità, in cinque aree urbane italiane.
Secondo i dati di Unioncamere – evidenzia l’Abi in una nota – negli ultimi 5 anni, le imprese individuali gestite e controllate da immigrati sono più che raddoppiate, passando da circa 100mila nel 2001 a quasi 230mila nel 2006. I tassi di crescita, sempre superiori al 10% annuo, vanno dal 24% nel 2001 a quasi il 13% nel 2006.
La ricerca sottolinea l’alta propensione all’imprenditorialità della comunità cinese (circa 33% di imprenditori rispetto al totale dei cinesi intervistati), seguita in questa classifica dal dato relativo a bangladesi (20%) e marocchini (18%). Nel campione è invece basso il livello di lavoratori autonomi tra albanesi (5%), ecuadoriani (6,6%), filippini (circa 7%) e ghanesi (7,6%). In posizione intermedia ci sono senegalesi ed egiziani, che sfiorano il 10% di lavoratori autonomi tra gli occupati.
“Anche la variabile di genere – evidenzia l’Abi – fornisce un’indicazione importante. Sebbene la percentuale maschile sul totale degli intervistati sia nettamente più alta di quella femminile, il numero di imprenditrici non è affatto trascurabile e le titolari di un’impresa rappresentano quasi il 7% delle donne intervistate nel corso dell’indagine”.
Una netta differenza di genere è collegata ai settori nei quali gli imprenditori intervistati svolgono la propria attività: per tutto il campione, il commercio è il settore prevalente. Nel caso delle imprese femminili la percentuale è ancora maggiore (oltre 65% tra le imprenditrici donne e 62% tra gli uomini). Solo gli uomini hanno costituito imprese nel settore delle costruzioni, mentre le donne sono prevalenti nel comparto degli alberghi e ristoranti e dell’industria.
È interessante, infine – conclude l’Abi – la variabile titolo di studio. Il 27,6% degli imprenditori è laureato, mentre il 72% degli autonomi ha un’istruzione superiore, “in linea con l’alto livello di scolarizzazione degli immigrati in Italia”.  Da: stranierinitalia.it




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