INTERVISTA. Educazione ambientale nei C.A.S. di Valle di Lanzo. I richiedenti asilo, SÌ alla raccolta differenziata

18
Feb

In quanti lo sanno fare (correttamente)? E in quanti lo fanno (regolarmente)?

Secondo alcuni studi dell’IPSOS (analisi e ricerche di mercato), 58% degli italiani non sa come differenziare correttamente i materiali dei rifiuti per garantire una raccolta differenziata efficace.

Non per gli italiani ma anche,  le cooperative e le associazioni che gestiscono i centri di accoglienza straordinaria (C.A.S.) sul territorio della Valle di Lanzo hanno l’intenzione di organizzare a breve un ciclo di momenti educativi per sensibilizzare i richiedenti di protezione internazionale, ospiti nei C.A.S., alla raccolta differenziata dei rifiuti.

Si tratta dell’associazione Morus Onlus, l’Associazione Multietnica dei Mediatori Interculturali (A.M.M.I.), le cooperative Strana Idea, Liberi Tutti e Babel che hanno partecipato all’incontro sul tale tema svoltosi il mese scorso presso la sede del C.I.S.A di Cirié

Oltre al coinvolgimento concreto dei ragazzi, verrà realizzato anche del materiale informativo sulla gestione dei rifuti, tradotto in varie lingue per una maggiore apertura agli ospiti dei centri di accoglienza e non solo.

Dettagli sull’iniziativa che verrà implementata a settembre, direttamente dal presidente dell’associazione Morus Onlus, Marino Poma:

Qual è l’obiettivo di questa iniziativa? Perché educazione ambientale?

M. Poma: L’obiettivo primario è quello di fornire adeguate informazioni ai richiedenti asilo presenti sul territorio al fine di effettuare una corretta raccolta differenziata. L’esigenza è quella di tentare di risolvere uno dei problemi che ostacolano la piena integrazione. In molte aree dove i ragazzi sono ospitati presso alloggi condominiali si sono avute lamentele da parte dei vicini su una NON corretta gestione dei rifiuti. Abbiamo osservato poi che, soprattutto negli alloggiamenti collettivi, quasi sempre sono gli operatori a dover intervenire per dividere i rifiuti.

Si vuole far capire che la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti costano e, se si effettua una corretta raccolta differenziata, il costo personale e collettivo diminuisce.

L’obiettivo secondario è quello di far comprendere che un rifiuto può diventare una risorsa. Questo anche in prospettiva di future attività lavorative in Europa o nei paesi di origine.  

Soprattutto negli alloggiamenti collettivi, quasi sempre sono gli operatori a dover intervenire per dividere i rifiuti”

Chi ha ideato questa iniziativa?

M. Poma: L’iniziativa è stata pensata da me. Si è poi sviluppata coinvolgendo, grazie alla conoscenza personale, l’Arch. Giovanni Piero Perucca, direttore del CISA Ciriè che è il consorzio che si occupa della raccolta rifiuti sul territorio delle Valli di Lanzo e del basso canavese.

 „Un rifiuto può diventare una risorsa”

 Perché hai pensato di scegliere come gruppo di destinatari i richiedenti asilo? Sono più facile da coinvolgere nelle iniziative di questo genere?

 M. Poma: La scelta è stata dettata dalle esigenze di risolvere problemi contingenti di corretta raccolta. Il progetto però prevede come destinatari tutta la popolazione del territorio che comunque ancora ha difficoltà ad effettuare una suddivisione dei rifiuti corretta.

La partecipazione a momenti di incontro congiunti, per residenti e migranti, può oltretutto favorire la conoscenza e l’inclusione. I ragazzi si sono poi dimostrati sempre molto ricettivi alle iniziative proposte da noi.

Quali saranno i compiti dei ragazzi, in modo concreto?

M. Poma: La raccolta differenziata sul territorio si effettua con quattro modalità diverse a seconda del paese interessato. Il progetto prevede di realizzare materiale informativo adatto allo scopo, con indicazioni chiare e semplici che partano dal perché fare una raccolta differenziata. I ragazzi parteciperanno a diversi incontri, suddivisi per area. Il loro compito sarà di recepire le informazioni ricevute e, per i soggetti più interessati, provare a trasmetterle in modo corretto ai successivi utilizzatori.

A Milano, due anni fa, c’è stato un tentativo di tradurre la brochure per la raccolta differenziata in varie lingue delle comunità straniere presenti sul territorio. In Piemonte questa è la prima iniziativa del genere!?

M. Poma: Non mi risulta ci siano state iniziative analoghe. In collaborazione con il CISA si prevede, una volta prodotto il materiale necessario, di metterlo a disposizione di analoghe realtà. Il monitoraggio sul funzionamento del corretto passaggio di informazioni verrà fatto nei mesi successivi agli incontri.

Nella comunicazione inviata dopo l’incontrodel mese scorso si parla di una collaborazione collettiva con le associazioni e gestori di accoglienza. Oltre alla traduzione dei testi, in cosa consiste la richiesta di collaborazione? Come possiamo contribuire noi, i gestori dei centri di accoglienza?

M. Poma: La collaborazione dei gestori è richiesta, per i nuclei più grandi, per la messa a disposizione delle sedi in cui effettuare gli incontri. La produzione del materiale sarà effettuata dal CISA Ciriè in collaborazione con la nostra associazione. La traduzione dei testi, se possibile, è prevista a carico delle accoglienze. Sarà poi necessario formare gli informatori del CISA che saranno comunque affiancati nell’esposizione da ragazzi della nostra associazione e da operatori delle accoglienze.  Il progetto è comunque in fase di scrittura e non ha ancora individuato nel dettaglio tutti i compiti.

Tempi estimativi per attivare l’iniziativa sul campo?

M. Poma: Nel mese di settembre si effettueranno ulteriori incontri con le accoglienze e il CISA, al fine di definire compiti e tempistiche. Ottimisticamente si stima di poter realizzare i primi incontri informativi con il material prodotto tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018.

Il centro di accoglienza straordinaria di Mezzenile, gestito dall’associazione Multietnica dei Mediatori Interculturali (A.M.M.I.) ospita 40 persone richiedenti di protezione internazionale di diverse provenienze come Nigeria, Eritrea, Camerun, Costa D’Avorio o Ghana.

 

Ana Ciuban

 




  • Share: