ISTAT: Numero nuovi residenti in calo

18
Feb

Nel rapporto riassuntivo dell’Istat sui numeri dell’Immigrazione in Italia, si osserva una profonda mutazione del fenomeno:  gli ingressi per motivo di lavoro calano drasticamente mentre aumenta il numero di richiedenti asilo e protezione internazionale.

L’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) ha pubblicato il mese scorso il suo rapporto annuale sull’immigrazione non comunitaria in Italia, con il titolo “Cittadini non comunitari: presenza, nuovi ingressi e acquisizioni di cittadinanza“. La lettura dei numeri raccolti dall’ente statale per le statistiche ci presentano un quadro generale della presenza degli stranieri in Italia completamente stravolta dalla crisi in corso.

Rapporto Istat sull’immigrazione 2016 – 2017

«L’Italia attraversa una fase particolarmente delicata dei fenomeni migratori; si è passati ormai da diversi anni dall’epoca delle migrazioni per lavoro e – successivamente – per famiglia a quella caratterizzata da nuovi flussi sempre più spesso motivati dalla ricerca di asilo politico e protezione internazionale.

Continua, invece, la rapida crescita dei nuovi permessi per motivo di asilo e protezione umanitaria che raggiungono il massimo storico (77.927, il 34% del totale dei nuovi permessi)

Durante il 2016 sono stati rilasciati 226.934 nuovi permessi, il 5% in meno rispetto all’anno precedente. Il calo ha di nuovo riguardato soprattutto le migrazioni per lavoro (12.873) – diminuite del 41% rispetto al 2015 – che rappresentano ormai solo il 5,7% dei nuovi permessi.

Nigeria, Pakistan e Gambia sono le principali cittadinanze delle persone in cerca di asilo e protezione internazionale; insieme queste tre coprono il 44,8% dei flussi in ingresso per ricerca di asilo e protezione internazionale.

I nuovi flussi non sempre però danno luogo a una presenza destinata a radicarsi sul territorio. Ad esempio tra i migranti giunti in Italia nel 2012, solo il 53,4% è ancora presente al 1° gennaio 2017.

I cittadini non comunitari regolarmente presenti al 1° gennaio 2017 sono 3.714.137. Da sempre il mosaico delle nazionalità nel nostro Paese è particolarmente variegato, le prime dieci cittadinanze coprono il 61,6% delle presenze. I paesi più rappresentati sono Marocco (454.817), Albania (441.838), Cina (318.975), Ucraina (234.066) e Filippine (162.469).

Le prime dieci collettività per numero di presenze registrano tra il 2016 e il 2017 un decremento. La flessione più rilevante interessa quelle di più antico insediamento come il Marocco e l’Albania, che perdono rispettivamente 55.633 e 41.121 permessi. La diminuzione è in gran parte riconducibile al crescente numero di acquisizioni di cittadinanza ed è perciò un segnale di stabilizzazione sul territorio.»  (“Cittadini non comunitari: presenza, nuovi ingressi e acquisizioni di cittadinanza”. Istat 2017)

Da questo rapporto numerico si possono trarre varie conclusioni sulle questioni che riguardano la popolazione immigrata in Italia. Prima di tutto che è, nonostante il battente tamtam mediatico, in calo complessivamente. Sia come numeri assoluti sia come crescita. La seconda osservazione possibile da questi numeri è il fatto che la crisi si sente molto: si viene meno in Italia per motivo di lavoro, numeri crescenti di “vecchi” immigrati lasciano il paese per altri luoghi con più lavoro e più welfare (vedere i dati dell’Istat sulle partenze nel 2015). Mentre anche se il fenomeno degli arrivi per motivo di richiesta di protezione internazionale è in aumento, non tutti quelli che “sbracano” poi rimangono in Italia.

Fonte: Istituto Nazionale di Statistiche (Istat)

Leggere il rapporto completo




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