Le parole della professione: 1. mediazione

18
Feb

 1. Introduzione

Per iniziare questa serie di articoli di approfondimento sulle parole della Mediazione Interculturale, cominciamo dalla prima componente del nome composto del mestiere stesso “Mediazione”. Sembra una cosa ovvia, persino scontata. Invece osservando la realtà del lavoro di mediazione sul terreno, si nota spesso la mancanza proprio di questa componente. Molti dei mediatori sul campo non sono chiamati a mediare ma soltanto a tradurre. Molto spesso nemmeno le formazioni dei mediatori prevedono un approfondimento del concetto e delle competenze di mediazione. E’ bene ricordare quindi che la Mediazione Interculturale è innanzitutto mediazione. E allora cos’è la mediazione e perché, quando e in che modo il/la Mediatore/trice è chiamato/a a mediare?

2. Definizione

Nel dizionario:

mediazióne s. f. [dal lat. tardo mediatio -onis, der. di mediare; v. mediatore]. – 1. a. Azione esercitata da una persona (o anche da un ente, un’associazione, una collettività, una nazione) per favorire accordi fra altre o per far loro superare i contrasti che le dividono (1)

In altre parole:

Mediazione è l’azione di una terza parte (persona, istituzione o nazione) tra due parti (persone, istituzioni o nazioni) per aiutarle a risolvere o a evitare un conflitto.

La parte che esercita la mediazione tra le due parti in conflitto attivo o potenziale ha per obiettivo quello di aiutare le due parti a comunicare meglio, capire i bisogni e le difficoltà di entrambe le parti e aiutarle a trovare soluzioni giuste e durature.

3. La “mediazione” nella mediazione interculturale

“Il mediatore interculturale è un operatore sociale in grado di realizzare interventi di mediazione linguistico-culturale, di interpretariato e traduzione non professionale e di mediazione sociale; promuovere la mediazione interculturale come dispositivo di sistema nelle politiche di integrazione; ottimizzare la rete e migliorare l’organizzazione e l’erogazione dei servizi; potenziare il ruolo professionale del mediatore e trasferire il Know How a mediatori junior e operatori dei servizi.” (2)

Il mediatore Interculturale è quindi in grado di operare due tipi di mediazione: 1. Mediazione linguistico-culturale, 2. mediazione sociale.

1. Mediazione linguistico-culturale: Un mediatore deve essere in grado di tradurre da una o più lingue verso una o più altre lingue. Ma il MLC non è un semplice traduttore linguistico. Traduce non solo parole, ma anche codici, norme e tradizioni culturali, sociali, religiose e istituzionali.
2. mediazione sociale: la mediazione sociale consiste nel contribuire a risolvere o prevenire conflitti sociali tramite la mediazione tra varie componenti della società e tra i cittadini e l’amministrazione.

4. Note

(1). Definizionedizinario Treccani Online

(2). Definizione sintetica della professione in: La qualifica del mediatore interculturale. Dossier di sintesi Gruppo di Lavoro Istituzionale sulla Mediazione Interculturale, giugno 2014

5. Per approfondire: Libri e siti

Libri

Luison L., Liaci S.  Mediazione sociale e sociologia. Riferimenti teorici ed esperienze. FrancoAngeli  2000

AaVv. Strategie di mediazione. La comunicazione che mette d’accordo. Editore: Amon. 2011

Martello M.. La formazione del mediatore. Comprendere le ragioni dei conflitti per trovare le soluzioni. Utet., 2013

Consorti P. Conflitti, mediazione e diritto interculturale, Pisa University Press, 2013

Benci V. , Buccioni I.. Cultura della pace e gestione dei conflitti interpersonali. Spunti per un’educazione della consapevolezza e delle abilità comunicativo-emotivo-relazionali. Editore: Aracne, 2005

Risorse online

Bibliografia del Centro Sereno Regis (Pace, Nonviolenza, gestione e trasformazione dei conflitti): Clicca qui

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