Libri. “La Frontiera”

18
Feb

Di Alessandro Leogrande

C’è una linea immaginaria eppure realissima, una ferita non chiusa, un luogo di tutti e di nessuno di cui ognuno, invisibilmente, è parte: è la frontiera che separa e insieme unisce il Nord e il Sud del mondo.

Scheda libro:

la frontiera di Alessandro Leogrande - copertinaTitolo: La frontiera

Autore: Alessandro Leogrande

Editore: Feltrinelli

Anno edizione: 2015

Pagine: 316 p

EAN: 9788807031656

Descrizione

Un solco che attraversa la materia e il tempo, le notti e i giorni, le generazioni e le stesse voci che ne parlano, si inseguono, si accavallano, si contraddicono, si comprimono, si dilatano. È la frontiera.

C’è una linea immaginaria eppure realissima, una ferita non chiusa, un luogo di tutti e di nessuno di cui ognuno, invisibilmente, è parte: è la frontiera che separa e insieme unisce il Nord del mondo, democratico, liberale e civilizzato, e il Sud, povero, morso dalla guerra, arretrato e antidemocratico. È sul margine di questa frontiera che si gioca il Grande gioco del mondo contemporaneo. Questa soglia è inafferrabile, indefinibile, non-materiale: la scrittura vi si avvicina per approssimazioni, tentativi, muovendosi nell’inesplorato, là dove si consumano le migrazioni e i respingimenti, là dove si combatte per vivere o per morire. Leogrande ci porta a bordo delle navi dell’operazione Mare Nostrum e pesca le parole dai fondali marini in cui stanno incastrate e nascoste. Ci porta a conoscere trafficanti e baby-scafisti, insieme alle storie dei sopravvissuti ai naufragi del Mediterraneo al largo di Lampedusa; ricostruisce la storia degli eritrei, popolo tra i popoli forzati alla migrazione da una feroce dittatura, causata anche dal colonialismo italiano; ci racconta l’altra frontiera, quella greca, quella di Alba Dorata e di Patrasso, e poi l’altra ancora, quella dei Balcani; ci introduce in una Libia esplosa e devastata, ci fa entrare dentro i Cie italiani e i loro soprusi, nella violenza della periferia romana e in quella nascosta nelle nostre anime: così si dà parola all’innominabile buco nero in cui ogni giorno sprofondano il diritto comunitario e le nostre coscienze. Quanta sofferenza. Quanto caos. Quanta indifferenza. Da qualche parte nel futuro, i nostri discendenti si chiederanno come abbiamo potuto lasciare che tutto ciò accadesse. Quella parola indica una linea lunga chilometri e spessa anni. Un solco che attraversa la materia e il tempo, le notti e i giorni, le generazioni e le stesse voci che ne parlano, si inseguono, si accavallano, si contraddicono, si comprimono, si dilatano. È la frontiera.

Alessandro Leogrande:

Collaborava con il «Corriere del Mezzogiorno», «Internazionale», Radio 3 e con numerosi altri giornali e riviste; era vicedirettore di «Lo Straniero» e si interessava di cultura, attualità e politica. Le sue inchieste sulla criminalità organizzata, sul caporalato, sugli immigrati sono state oggetto d’interesse anche oltre i confini nazionali.
Esordisce con Un mare nascosto (L’Ancora del Mediterraneo 2000), ambientato nella città di Taranto, cui seguono, tra l’altro, Uomini e caporali. Viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del Sud (Mondadori 2008), Fumo sulla città (Fandango 2013) e La Frontiera (Feltrinelli 2015).
Con Il naufragio. Morte nel Mediterraneo (Feltrinelli 2011), sulla tragedia dell’immigrazione albanese davanti alla costa pugliese a bordo della Kater i Rades, vince il Premio Ryszard Kapuscinski e il Premio Paolo Volponi; mentre con Le male vite. Storie di contrabbando e di multinazionali (L’Ancora del Mediterraneo 2003) si aggiudica il Premio Sandro Onofri. Per minimum fax ha curato l’antologia di racconti sul calcio Ogni maledetta domenica (2010).
Negli ultimi mesi era stato in Argentina per approfondire le dittature che si sono susseguite nel Paese negli ultimi 50 anni.

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