Libri. “Razzismi 2.0.” di Stefano Pasta

18
Feb

Analisi socio-educativa dell’odio online

Stefano Pasta*, pedagogista e ricercatore nell’ambito dell’educazione ai media ha scritto questa utilissima opera di analisi e di proposte educative sul fenomeno dell’odio online. Uno strumento prezioso per chi come gli insegnanti, gli educatori, i mediatori interculturali e quei giornalisti e mediattivisti che cercano di contrastare il fenomeno dilagante dei razzismi, dei radicalismi violenti e dell’odio sulla rete internet e sui media sociali.

Scheda libro:

Razzismo 2.0 copertinaTitolo:  Razzismi 2.0.

Sottotitolo: Razzismi 2.0. Analisi socio-educativa dell’odio online

Autore: Stefano Pasta

Prefazione di Pier Cesare Rivoltella, postfazione di Milena Santerini

Editore: Scholé-Morcelliana

Anno pubblicazione: 2018

Pagine:  224 p.

Codice EAN: 9788828400301

Recensione

Prima del nuovo millennio i mass media trasmettevano informazioni che venivano ricevute in modo passivo da milioni di lettori, ascoltatori, spettatori… Con l’avvento del “Web 2.0” e  la sua interattività, ogni utente della rete virtuale è un ricevitore ma anche un potenziale emittente di informazioni, notizie, idee e opinioni. Una vera rivoluzione nel paesaggio mediatico che sta cambiando radicalmente il modo in cui comunichiamo e ci informiamo. 

Da un lato questa diversità apre possibilità e opportunità enormi. Da un altro lato, molti pericoli si profilano all’orizzonte. La liberalizzazione della comunicazione gioca molto spesso a favore dei movimenti e delle correnti di idee più estreme, più violenti.

Gordon Allport (1), nella sua scala del razzismo, classificava la “antilocution” (le parole contro) come il livello più basso dell’odio. Parlare, sparlare, fare barzellette, insultare certe categorie, certi popoli., etc., fa parte della cultura popolare. La maggior parte del tempo, non va oltre, ma certe volte, in certe condizioni può essere il terreno fertile per lo sviluppo di un clima di odio, rifiuto, esclusione e violenza nei confronti dei diversi.

Ecco, l’ambiente creato dalle mille opportunità offerte dal Web 2.0 sembra un terreno facile per la circolazione, lo scambio e la moltiplicazione delle “antilocution”. Complice l’anonimato e la “deresponsabilizzazione” dice la ricerca di Stefano Pasta. Non c’è più spazio fisico tra la discussione privata e quella pubblica. Le persone non misurano la portata delle proprie affermazioni sulla rete. Non guardano nessuno in faccia mentre dicono le cose. Così le cose più cattive escono più facilmente, come fossero “battute innocenti”, ma poi sono lì davanti a tutti. Moltiplicandosi le “cattiverie” si banalizzano, si sdrammatizzano e diventano “opinioni condivise”, “così fan’ tutti”. E a partire da queste “opinioni condivise” si creano pagine, gruppi, forum, correnti di pensiero, movimenti… e ultimamente si vincono anche elezioni.
Così dal primo gradino della scala dell’odio, l’antilocution, si sale al secondo livello, l’evitare l’altro, poi al terzo, la discriminazione, poi al quarto, la violenza fisica… Ultima tappa, quella dalla quale nessuno torna veramente indenne: lo sterminio. 

Il libro Razzismi 2.0 è suddiviso in sei capitoli. quattro di analisi:  I. Incitamento all’odio, pregiudizi e razzismi; II. L’ambiente digitale: come influenza la diffusione di pregiudizi e razzismi; III. Social media: come si creano gli aggregati nel Web; IV. Razzismi 2.0. Una proposta di classificazione. E due capitoli di riflessione e proposte per il contrasto dell’odio online e l’educazione ad un uso responsabile e giusto dei mezzi di comunicazione:  V. Strumenti di contrasto ai razzismi 2.0; VI. Il ruolo dell’educazione.

E se la prima parte più di ricerca ci permette di vedere un po’ più chiaro attraverso la fitta nebbia della rete, per capire un po’ meglio un fenomeno che sta cambiando la configurazione del mondo odierno, i due ultimi capitoli aprono uno spiraglio di speranza. Reagire si può e si deve. E qui entra il ruolo di chi educa, insegna, forma e di chi cerca a diffondere informazioni in modo giusto ed etico.  E in questo campo il libro apre delle prospettive tutte da esplorare, delle vie da percorrere per elaborare una reazione di contrasto. Educare alla produzione e alla fruizione responsabile ed equa dei mezzi di informazione, educare lo spirito critico, l’intercultura… sono gli strumenti suggeriti per la riscoperta della via del rispetto.

Nota biografica

*Stefano Pasta, dottore di ricerca in Pedagogia, è assegnista presso il Centro di Ricerca sull’Educazione ai media dell’Informazione e alla Tecnologia (CREMIT – www.cremit.it) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove si occupa di educazione alla cittadinanza nell’ambiente digitale. Ha vinto il premio Giovane Ricercatore 2017 della Società Italiana di Ricerca sull’Educazione Mediale (SIREM).

È membro del Centro di Ricerca sulle Relazioni Interculturali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. È esperto d’interventi a contrasto delle discriminazioni, e in particolare della presenza di rom e sinti in Italia, su cui ha realizzato la guida multimediale Giving memory a future. Ha scritto saggi sull’intercultura, sui flussi migratori e sulla didattica della Shoah. Giornalista professionista, collabora con diverse testate nazionali (Avvenire, la Repubblica.it, Corriere della Sera.it, Famiglia cristiana). Nel 2011 ha vinto per l’Italia il premio “EU journalism Award – Together against discrimination!” della Commissione Europea.

 

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