Mediazione interculturale e accoglienza dei profughi: 1- partenza e transito

18
Feb

DI Lahcen Aalla

Il tema della mediazione nell’ambito dell’accoglienza é molto complesso e implica settori diversi e molteplici attori. Una seria riflessione su questo tema impone di pensare alla fase prima della partenza, quella durante il tragitto, quella dell’arrivo in Europa e anche la fase di ritorno o di proseguimento del cammino verso un’altra destinazione. Anche il lavoro del Mediatore Interculturale varia secondo la fase in cui viene a intervenire. Pubblicchiamo qui una riflessione di Lahcen Aalla (Mediatore e formatore in Mediazione Interculturale)

Abbiamo suddiviso l’intervento, lungo e articolato in due puntate:

1- partenza e transito

2- Oltre la prima accoglienza 

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1- partenza e transito

 

Contesto di partenza: Mediazione Interculturale nel paese d’origine

La prima fase, induce a pensare ai motivi della partenza e alla costruzione del progetto migratorio. Tanta letteratura sul tema ha spiegato i motivi legati, tra altro, ai conflitti violenti, all’economia, ai disastri climatici e ai fattori storici, politici e sociali.
La cooperazione allo sviluppo ha attivato vari progetti di prevenzione della migrazione irregolare e della promozione di una migrazione consapevole e legale. Oltre a sostegni materiali per i territori di maggiore arrivo dei migranti o rifugiati, ci sono anche azioni pedagogiche in direzione di gruppi di giovani in percorsi educativi.
Per operare in modo efficiente in un paese straniero portatore di una cultura diversa, alcuni progetti hanno cercato la consulenza di mediatori interculturali che intervengono nella fase di concepimento dei progetti pedagogici, nella fase della formazione degli operatori locali sull’utilizzo di questi strumenti con i giovani e anche in fase di svolgimento dei laboratori.
Il mediatore interculturale fornisce agli autori dei percorsi educativi, informazioni sul contesto locale, sulla nozione di infanzia e adolescenza nella cultura locale e sugli aspetti familiari, culturali, religiosi e antropologici da prendere in considerazione nell’interazione con i beneficiari e con tutta la comunità locale. Egli, facilita la comunicazione tra gli esperti italiani e le persone locali (operatori, referenti delle istituzioni partners e beneficiari diretti) nelle diverse fasi del progetto.
Il mediatore interculturale, in questi casi, é stato scelto con criteri che prendono in considerazione la sua origine (proviene dallo stesso paese dove svolge il progetto), la sua significativa esperienza di immigrazione in Italia. e infine la sua esperienza di lavoro con operatori italiani nei contesti istituzionali di formazione, cura, ascolto e sostegno.

2) Il viaggio: Mediazione Interculturale nelle aree di transito

Prima di arrivare in Italia, o in Europa in generale, i migranti ed i rifugiati, attraversano tantissimi territori e affrontano tantissime difficoltà e ostacoli. I migranti e rifugiati incontrati nelle istituzioni di cura e di assistenza, in Italia, hanno raccontato di tragitti lunghi tanti anni, con soste obbligatorie in ogni paese di passaggio per tanti mesi, vivendo esperienze di cammino attraverso sentieri difficili e pericolosi e anche episodi di violenza, sfruttamento (fino alla schiavitù) o di carcerazione e altre esperienze dolorose e distruttive.

Immigrati regolarizzati in Marocco nel 2014, foto le 360

In Marocco, per esempio, la presenza su tutto il territorio del regno di persone straniere è diventata molto visibile nelle strade, sui luoghi di lavoro e nei quartieri abitativi. La maggioranza degli stranieri provengono dall’Africa subsahariana, gli altri provengono dal medio oriente, dalle filippine e dalla Cina.
Per la sua posizione geografica a 14 chilometri di mare dall’Europa, il Marocco, é considerato un paese di transito verso l’Europa. Ma, a causa della collaborazione tra le autorità marocchine e quelle europee, particolarmente spagnole, il numero dei passaggi è diminuito tantissimo dal 2005.
Dal 2010, il flusso migratorio verso il Marocco aumenta molto nonostante la diminuzione drastica dei passaggi clandestini verso l’Europa, trasformando il paese in una terra di immigrazione.
Quasi tutti i migranti che si fermano o che hanno intenzione di continuare la strada verso l’Europa, provengono da zone che conoscono conflitti come Nigeria, Ghana, Mali e Siria. Per tentare di regolare il fenomeno, le autorità marocchine hanno avviato una campagna di regolarizzazione nel 2014 seguita da una seconda fase attiva da dicembre 2016 fino a dicembre 2017.

É difficile ottenere statistiche certe della presenza di immigrati o di transitanti stranieri nel paese, ma la loro presenza è molto visibile, come sono visibili le condizione di degrado e di miseria in cui vivono queste persone; non é insolito incontrare mendicanti subsahariani e siriani nei semafori o alle porte dei luoghi di culto delle città, o notare la loro abitazione nei quartieri poveri o gli accampamenti organizzati vicino alle frontiere terrestri di Ceuta e Melilla.
Come in Europa, la presenza di persone straniere nel territorio marocchino, pone problemi legati all’accesso ai servizi, al godimento dei diritti, alla scolarizzazione, le cure sanitarie, l’assistenza materno-infantile, l’educazione e la comunicazione. Al momento, quei migranti che possono beneficiare della regolarizzazione possono contare sulla presenza di operatori e mediatori interculturali messi a disposizione dai sindacati o da alcune associazioni miste, per ottenere informazioni ed essere orientati ai servizi.
Alcune ONG operanti nell’assistenza ai rifugiati e transitanti stranieri in Marocco, contano su dei mediatori interculturali scelti tra ex studenti subsahariani nelle scuole e università marocchine o tra gli stessi immigrati.
Al momento, si tratta solamente di operatori dell’informazione e traduttori. Ma manca ancora un profilo professionale e formativo del mediatore interculturale in Marocco come manca una formazione di questa figura professionale. Ad oggi, ci sono pochissime occasioni per promuovere la mediazione interculturale e diffondere l’esperienza italiana di questa figura nei servizi sociali, sanitari, educativi e giudiziari e nei processi di integrazione degli stranieri nel territorio.

 

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Riferimenti bibliografici:
1- « Flux migratoires au Maroc : ampleur, acteurs et effets », Appel à contribution,Calenda, Publié le vendredi 22 août 2014, Flux migratoires au Maroc : ampleur, acteurs et effets
2- La vie des immigrés au Maroc, La vie des immigrés au Maroc – Archive



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