Milano: “Vaccini obbligatori per gli immigrati”

Milano – 20 agosto 2008 – Domenica scorsa un cittadino egiziano è morto all’ospedale San Carlo di Milano per un sospetto caso di colera. L’uomo, 54 anni, già sottoposto a dialisi per un’insufficienza renale, era tornato per tre settimane in patria, dove avrebbe contratto la malattia. Pur essendo stato escluso da subito ogni rischio di epidemia, secondo l’assessore comunale alla Salute, Giampaolo Landi Chiavenna, il caso dimostra “che non si può abbassare la guardia neanche per un attimo”. “Chiederemo la vaccinazione obbligatoria a chi giunge da un paese straniero a rischio, oltre a far sì che siano ancor più rispettate le norme vigenti sia nelle scuole, sia nei luoghi di lavoro” ha annunciato Landi. “È già incredibile – prosegue Landi – che quest’uomo sia potuto salire su un aereo con sintomi evidenti e conclamati di una malattia come il colera e sia quindi entrato nel nostro Paese per poi finire in un ospedale e morire, senza che la malattia sia stata identificata e curata.La massiccia immigrazione, clandestina e regolare, che ha investito il nostro Paese porta con sè una serie di problemi; fra questi, quello sanitario, è uno dei prioritari”. “Il pericolo di contagio è stato – in questo caso – inesistente. Ma affidarsi in futuro alla sola fortuna è un azzardo” gli fa eco la professoressa Maria Rita Gismondo, direttore di Microbiologia Clinica del Polo Universitario Luigi Sacco. “L’attenzione verso questo tipo di malattie è ormai bassissima. Si continua a ritenere che, per il semplice fatto che in Italia alcune patologie non si verificano da decenni, non debbano esistere più e tanto meno esser prese in considerazione. Ma ciò significa chiudere gli occhi davanti alla realtà”.

Bisognerà adesso vedere se dagli annunci si passerà ai fatti, costringendo gli immigrati da Paesi a rischio a vaccini obbligatori che gli italiani non fanno da generazioni. Intanto però salta fuori che il povero egiziano, probabilmente, non è morto di colera.

“Dai primi accertamenti – spiegava ieri una nota del ministero della Salute – si può escludere che il ceppo isolato sia quello responsabile della forma epidemica contagiosa, la forma classica di colera”. A colpirlo sarebbe stata una patologia meno grave, che può però “provocare forme gastroenteritiche soprattutto in soggetti a rischio (come nel caso del soggetto deceduto, che era sottoposto a dialisi)”.

Elvio Pasca, da: www.stranierintalia.it




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