Parte da Puglia l’iniziativa del riconoscimento del mediatore interculturale a livello nazionale

Camera dei Deputati: parte la discussione per l’istituzione di un albo nazionale
Il mediatore interculturale, tra le figure più richieste ed urgenti degli ultimi decenni, “operatore ponte tra gli immigrati e le associazioni, istituzioni, strutture socio sanitarie” appare con evidenza una delle professionalità più idonee per fornire delle risposte alle esigenze di integrazione in una società, come quella attuale sempre più multietnica e interculturale. Immigrati al servizio degli immigrati, legalmente riconosciuti. Ed è proprio per il riconoscimento del ruolo di tale figura professionale che il 12 marzo, nella sala stampa della Camera dei Deputati, è stata presentata la Proposta di Legge Delega al Governo, n. 2138, finalizzata a garantire una maggiore tutela ai lavoratori del settore, anche mediante l’istituzione di un “Albo Nazionale dei Mediatori Culturali” ed un altro “delle Associazioni di mediazione interculturale”, che sarà sottoposta al vaglio del Parlamento per l’approvazione. Hanno partecipato all’incontro On. Aldo di Biagio, Deputato del PDL eletto nella Ripartizione Europea e componente della Commissione Lavoro della Camera, Luciano Lagamba, Presidente Sei Ugl (Sindacato Emigrati Immigrati), Giancarlo Bergamo, presidente Ale Ugl (Associazione Lavoratori Emergenti), Mario Ciclosi, Prefetto del Ministero dell’Interno, Christopher Hein, Direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati, Gianluca Luciano, Amministratore del sito internet Stranieri in Italia, Natalya Tsbrek, Klodiana Çuka e Clarisse Essane Niagne, coordinatrici per il  Sindacato Mediatori Culturali. Un primo ma decisivo passo avanti, tenendo conto della situazione di precarietà che coinvolge migliaia di operatori sociali impiegati dalla pubblica amministrazione e dal settore privato. La proposta di legge, che si auspica riceva un’approvazione bipartisan in Parlamento, rappresenta un sostanziale miglioramento delle condizioni dei mediatori interculturali i quali, allo stato attuale, sono impiegati nella pubblica amministrazione e nel settore privato senza avere alcun riconoscimento di figura professionale,  in una situazione di  assoluta precarietà. 
La dr.ssa Klodiana Çuka, che ha saputo portare avanti con tenacia le istanze di questa figura professionale, ha partecipato alla stesura dell’elaborato nella duplice veste, come Presidente dell’Associazione Integra Onlus e Dirigente Nazionale per l’etnia albanese del sindacato SEI Ugl / Membro del Coordinamento Nazionale del Sindacato dei Mediatori Interculturali del SEI UGL nato nell’aprile del 2008. Estremamente importante è stato il contributo scientifico e di competenza all’elaborazione dei contenuti della proposta di legge della dr.ssa Çuka. Grazie al suo lavoro svolto in passato come mediatrice interculturale e come Presidente dell’Associazione Integra, che annovera tra i propri soci circa quaranta mediatori culturali, ha potuto traslare nel progetto di legge l’esperienza maturata nel corso di dieci anni di attività sul territorio pugliese. Si è resa anche portavoce dell’esperienza estremamente interessante della formazione dei mediatori nella Regione Puglia, attraverso i corsi di formazione a valere delle risorse POR, con durata fino a 1200 ore. 
Di notevole importanza è quindi l’approvazione della proposta da parte del Parlamento. L’istituzione dell’Albo nazionale garantirebbe una maggiore tutela dei diritti dei lavoratori, in primo luogo per quanto attiene all’aspetto economico (oggi privo di qualsivoglia forma di regolamentazione relativamente alla quantificazione della retribuzione oraria). Pertanto vi sarebbe anche una regolamentazione prodotta da un contratto collettivo nazionale di riferimento. 
Il riconoscimento attraverso una legge, quindi permetterebbe l’inserimento dei contratti collettivi nazionali di riferimento. Infatti, la proposta di legge che presto sarà analizzata sui tavoli della Camera e del Senato andrebbe a regolamentare ulteriori aspetti, altrettanto importanti, unificando su tutto il territorio nazionale: uniformazione dei criteri e della metodologia in tema di formazione su tutto il territorio nazionale; istituzione di una formazione generica e settoriale (scuola, ambito sanitario, penitenziario, sportelli, enti locali, ecc) per rendere questa professione un po’ più stabile economicamente: assicurare una retribuzione mensile senza sottostare al rinnovo di progetti da 20 ore;
realizzazione di progetti finalizzati all’inserimento della figura del mediatore all’interno delle strutture pubbliche,  dando precedenza ai mediatori immigrati o madrelingua e agevolando allo stesso tempo l’inserimento di quegli studenti italiani che hanno padronanza della lingua ed approfondita conoscenza di usi e costumi dei paesi d’origine dei cittadini immigrati cui si rivolgono. 
Il prossimo passo è finalizzato alla istituzione di un Tavolo di Lavoro Permanente in materia di Mediazione che coinvolga il Ministero del Lavoro, il Ministero dell’Istruzione, il CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), l’AICCRE (la sezione italiana del consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa). In più è prevista anche l’organizzazione di una Consulta nazionale e una banca dati dei mediatori, che coinvolgano gli interessati a livello nazionale.
Per chi ne vuole sapere nel particolare può contattare i rappresentanti S.e.i. U.g.l. dott.sse Klodiana Cuka, Clarisse Niagne Essane e Natalya Tsebryk al numero 06.32482225-284 o per mail: mediatoriinterculturali@ugl.it




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