Precarietà, c’è poco da ridere

Luca La Vaille  – Abassavoce

Luigi Roca aveva 39 anni, una moglie e due figli.
Si è impiccato lasciando alla moglie un biglietto con scritto: “Ho perso il lavoro e con quello la dignità. Scusami”.
Luigi lavorava in un’azienda del gruppo Thyssenkrupp, la Berco di Rocca Canavese, aveva un contratto interinale e aveva saputo che l’azienda non lo avrebbe confermato.
Oggi in Italia i lavoratori precari sono 4 milioni e mezzo (dati Istat e Isfol), quasi il 20% degli occupati.
Questo vuol dire che nel nostro paese un lavoratore su cinque non ha un lavoro stabile.
L’altro giorno ad una ragazza che gli chiedeva: “Come può affrontare il pagamento di un mutuo ma anche semplicemente creare una famiglia una giovane coppia difronte al precariato sul lavoro?” Silvio Berlusconi ha risposto in questo modo: “…dovrebbe cercarsi magari il figlio di Berlusconi o di qualcun altro che non avesse di questi problemi, questo lei con il sorriso che ha potrebbe anche permetterselo”.
Non importa che poi quella ragazza sia stata candidata nelle liste del Pdl per il comune di Roma, Berlusconi con quella frase ha offeso milioni di italiani e di italiane che non sanno se il prossimo mese potranno continuare a pagare l’affitto della casa o le rate della macchina.
La precarietà è uno dei problemi più gravi del nostro paese e prima di tirar fuori il suo leggendario sense of humour, il cavaliere avrebbe dovuto riflettere sulla gravità delle cose che stava dicendo. Ma forse è chiedere troppo.




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