Ricongiungimento, la domanda si farà on line

Di Chiara Righetti per Metropoli – La Repubblica
I tecnici del Viminale sono al lavoro: comincerà questa settimana la sperimentazione del sistema informatico che consentirà di inviare le domande di ricongiungimento on line, e non più tramite raccomandata. La novità sarà operativa a fine marzo con le stesse modalità già sperimentate per il decreto flussi. Chi vuole portare in Italia un familiare dovrà scaricare e installare sul computer un programma apposito, necessario per compilare i moduli e spedirli on-line. Si potrà fare da soli o chiedere aiuto gratuito a uno dei patronati e delle associazioni che hanno firmato i protocolli d’intesa con il ministero dell’Interno. Chi invece ha già spedito il modulo per posta non dovrà rifare domanda da capo: nella circolare che il ministero invierà a giorni, si raccomanda agli Sportelli unici di non lasciare indietro le pratiche cartacee nella fase di passaggio.
Al Viminale confidano che la novità accorcerà molto i tempi per il rilascio dei nulla osta, perché oggi gran parte del lavoro degli impiegati consiste nel trascrivere al computer tutti i dati arrivati su carta. Invece ora lo Sportello unico dovrà semplicemente convocare lo straniero per verificare la sua documentazione sul reddito e sull’alloggio. Questo dovrebbe ridurre i ritardi che oggi riguardano soprattutto le grandi città, Roma e Milano in testa.
Le ragioni sono diverse: intanto il boom delle richieste di ricongiungimento, che sono state 49mila nel 2006, 85mila nel 2007 (+73%). Ogni pratica ovviamente può riguardare più di un parente. Le domande sono equamente divise tra coniugi e i figli, con una piccola quota di richieste per i genitori. Ma il vero problema è la concentrazione del lavoro in pochi uffici: nel 2006 ad esempio, da Roma e da Milano sono arrivate rispettivamente 3.800 e 4.300 richieste. E il nord in genere è sovraccarico: nel 2007 il record è andato a Brescia, Torino e Bergamo.
Così se a Como, Venezia o Trento, per un nulla osta ci vogliono 4 o 5 mesi, nelle metropoli come Roma e Milano si può arrivare a due anni. E chi non ce la fa più tenta tutte le strade, anche quella di una finta assunzione con i flussi. Per i 170mila posti del decreto 2007, sono arrivate al Viminale 711mila richieste. Un boom inatteso soprattutto per alcune nazionalità: marocchini, cinesi, e bangladesi, protagonisti rispettivamente di 121mila, 72mila e 70mila assunzioni.




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