Sensibilizzazione sulla donazione degli organi

 

donazione organi piemonteNegli ultimi vent’anni il fenomeno dell’immigrazione ha coinvolto nel nostro paese un numero sempre più alto di persone. Fra le numerose conseguenze di questa realtà, vi è il fatto che è cresciuta in modo analogo la percentuale di pazienti stranieri che, dopo tutte le cure mediche possibili, vanno incontro a morte encefalica e che possono, perciò, diventare donatori di organi.

Provenendo da Paesi spesso molto diversi per cultura e per lingua dalla realtà italiana, potreste venire coinvolti professionalmente dalle loro famiglie e dai medici. Il Coordinamento regionale delle donazioni e dei prelievi del Piemonte si rivolge a tutti voi per illustrare in breve alcuni concetti sulla donazione degli organi.
La morte encefalica è una particolare situazione in cui, dopo un grave danno al cervello, tutte le cellule del cervello stesso muoiono. Come conseguenza il soggetto non è più cosciente, l’EEG è piatto, le pupille non si modificano dopo stimolo luminoso, non tossisce più, non ha il riflesso del vomito, non può più respirare da solo. In definitiva il soggetto è morto. Se, però, si trova in un reparto di rianimazione, pur essendo morto, può continuare a respirare grazie ad una macchina, la pressione viene mantenuta con dei farmaci, viene riscaldato e, così facendo, i suoi organi continuano ad essere funzionalmente validi per qualche ora. In queste particolari condizioni gli organi possono essere prelevati e trapiantati a delle persone in gravi condizioni di vita, per cui non esistono più farmaci che possano curarli.

Una commissione formata da un medico legale, da un rianimatore e da un neurologo (legge 578 del 1993 e D.M. 11 aprile 2008) esegue una serie di accertamenti clinici per un periodo la cui durata è di almeno sei ore consecutive, per stabilire la contemporanea assenza dei riflessi che partono direttamente dal cervello, del respiro spontaneo, dello stato di coscienza, di qualsiasi attività elettrica del cervello.

Se il soggetto non ha espresso per iscritto la propria volontà in merito alla donazione degli organi, i parenti (legge 91 del 1999) vengono interpellati dal medico della rianimazione perché testimonino la volontà del defunto. I parenti non devono, perciò, esprimere la propria personale convinzione in merito alla donazione degli organi, bensì devono farsi portatori del volere del defunto.

Gli organi sono prelevati nel più grande rispetto della salma; il corpo non appare deturpato o mutilato e, dopo la donazione, si presenta uguale a quello di qualsiasi defunto che abbia subito un intervento chirurgico.

Si possono prelevare il cuore, i polmoni, il fegato, il pancreas, i reni, le cornee. Non esistono limiti di età. La donazione è sempre gratuita ed anonima. I costi del prelievo e del trapianto sono a carico del Sistema Sanitario Nazionale ed in alcuni casi particolari anche le spese funebri.

Attualmente in Italia ci sono circa 12000 persone che aspettano un organo. Grazie al trapianto possono riprendere una vita normale: i trapiantati lavorano, viaggiano, fanno sport, possono avere figli. La sopravvivenza dei pazienti è elevata in tutta Italia, ma soprattutto nei centri di trapianto del Piemonte, fra i primi in Europa per il trapianto di fegato e di rene.

La maggior parte delle confessioni religiose è favorevole alla donazione degli organi, sostenendola e incoraggiandola sia per il suo valore etico sia perché i trapianti servono per la vita.

Vi ringraziamo per l’attenzione e la disponibilità, informandovi che il personale che lavora al Coordinamento regionale è a vostra disposizione per ulteriori chiarimenti ed approfondimenti, telefonando al numero 0116336712 o scrivendo ad acasciola@molinette.piemonte.it. Esiste inoltre il sito www.donalavita.net dove potete trovare numerose informazioni.




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