Saper costruire autentici percorsi di vita, coniugando conoscenze, competenze e valori. L’integrazione si può.
Il 15 dicembre scorso, Il progetto “Caffélatte” ha raggiunto il suo quarto anno di vita nell’interno della scuola superiore I.I.S.A Castigliano di Asti. Il gruppo di lavoro è composto da studenti di nazionalità e religioni diverse e coordinati da Laura Lajolo (insegnante e pubblicista), Roberta Borgnino e Paolo Maccario (docenti della scuola), e da mediatrici culturali di lingua albanese e arabo.
Il progetto nasce come una risposta agli attacchi terroristici (subito dopo quello alla redazione di Charlie Hebdo) dicendo che si può vivere insieme essendo diversi, o appartenenti a credenze religiose diverse, si possono costruirsi ponti di dialogo, confrontarsi e coabitare insieme creando spazi di relazioni sani.
La provenienza degli studenti stranieri in questo Istituto è molto importante: da 706 studenti, 238 sono di origine straniera. Una fetta importante di presenza, ci sono anche i minori non accompagnati (18 studenti tra 2016-2017) e vengono ospitati dalle comunità o dai famigliari (albanesi in maggioranza e due o tre marocchini).
I ragazzi stranieri o italiani, arrivano da quartieri disagiati e emarginati, economicamente anche più deboli e quindi è alto il rischio di finire nel mondo della criminalità .
Il progetto “Caffélatte” , come processo complementare, apre luogo a nuove strategie di lavoro come una alternativa in grado di produrre dei cambiamenti. E’ un laboratorio vivace di integrazione. Durante gli incontri settimanali si ascoltano le esperienze di vita dei ragazzi stessi e delle loro famiglie, sui motivi che spingono a lasciare il proprio paese, si discute e si analizzano i pregiudizi che nascono dalle due parti, italiani-stranieri, si parla dell’arte e della cultura, (occidentale, asiatica e islamica) cercando gli elementi comuni, e si cercano le soluzioni alla violenza spesso presente nei luoghi scolastici, per combattere l’indifferenza, razzismo pregiudizi e stereotipi.
Un posto importante prende anche il dialogo con le famiglie facilitato dagli interventi delle mediatrici culturali. Sopratutto per le studentesse, che il fanatismo e i codici culturali conservatori tendono di tenere isolate. Le vere armi per combattere il razzismo e aiutare l’integrazione, dicono gli studenti, sono l’istruzione e la lotta contro l’ignoranza.
Un altro aspetto che si è aggiunto nel loro percorso è stato anche la conoscenza in modo diretto dei rifugiati che vivono sul territorio astigiano.