Bando. Il Ministero della Giustizia cerca 15 mediatori culturali, tutti cittadini italiani

18
Feb

Il Ministero della Giustizia ha bandito un concorso pubblico per ricoprire il ruolo di mediatore culturale funzionario, all’interno del personale del Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

I posti disponibili sono 15, a tempo indeterminato, di cui 30% (quattro posti) sono riservati al personale appartenente ai ruoli del Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, appartenenti alla II area funzionale.

I 15 posti diventano 11 e solo per I cittadini italiani laureati

Per gli 11 posti rimasti, il Ministero della Giustizia accetta candidature soltanto da coloro in possesso della cittadinanza italiana  e di una laurea in uno dei seguenti ambiti: scienze sociali, scienze dell’educazione della formazione, mediazione linguistica e culturale, scienza della comunicazione, lingue, scienze politiche, giurisprudenza o equipollenti per legge.

Si accettano lauree triennali, magistrali, specialistiche o di vecchio ordinamento.

La scheda completa dei criteri di ammissione, estratta dal bando disponibile qui: Concorso pubblico Ministero della Giustizia

  1. cittadinanza italiana;
  2. godimento dei diritti civili e politici;
  3. laurea triennale, laurea magistrale, specialistica o diploma di laurea (vecchio ordinamento) in mediazione linguistica e culturale, scienze sociali, scienze dell’educazione della formazione, scienza della comunicazione, lingue, scienze politiche, giurisprudenza o equipollenti per legge.
  4. idoneità fisica all’impiego, da intendersi per i soggetti con disabilità come idoneità allo svolgimento delle mansioni di Funzionario mediatore culturale di cui al vigente ordinamento professionale;
  5. qualità morali e di condotta previste dall’articolo 35, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
  • Non possono partecipare al concorso coloro che siano stati destituiti o licenziati a seguito di procedimento disciplinare, o dispensati dall’impiego presso una pubblica amministrazione per persistente insufficiente rendimento, ovvero coloro che siano stati dichiarati decaduti da un impiego pubblico per averlo conseguito mediante la produzione di documenti falsi, o interdetti dai pubblici uffici per effetto di sentenza passata in giudicato.
  • L’Amministrazione provvederà d’ufficio ad accertare le eventuali cause di risoluzione di precedenti rapporti di pubblico impiego, nonché il possesso del requisito della condotta e delle qualità morali.
  • I requisiti prescritti devono essere posseduti alla data di scadenza del termine utile per la presentazione della domanda di ammissione al concorso.
  • I candidati sono ammessi con riserva alle prove concorsuali. Per difetto dei requisiti prescritti, o per la mancata osservanza dei termini stabiliti nel presente bando, l’Amministrazione può disporre, in ogni momento, l’esclusione dal concorso da emanarsi con provvedimento del direttore generale del personale e delle risorse.

Da un’analisi veloce dei criteri suddetti, emerge che aspetti come l’esperienza professionale pluriennale di un mediatore interculturale nell’ambito giuridico/penitenziario oppure la qualifica regionale in mediazione interculturale non siano considerati dal Ministero della Giustizia dei criteri validi per l’iscrizione al concorso.

Questo non garantisce l’accesso a una buona parte dei mediatori interculturali attualmente operativi nell’ambito delle carceri/penitenziari che non sono ancora cittadini italiani (purché regolari in Italia da anni) o non possiedono una laurea, ma che hanno come risorsa importante una significativa esperienza professionale in campo e  un  percorso migratorio solido.

Il concorso pubblico è stato indetto l’altroieri dal Ministero della Giustizia, in base al decreto dirigenziale de 15 gennaio.

Le date (e le modalità dell’eventuale preselezione) del concorso saranno rese note l’8 maggio 2018.

 




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