Caporalato a Cuneo, il caso “Momo” e l’impegno di AMMI

18
Feb

Caporalato a Cuneo: la svolta nel processo e la collaborazione tra AMMI e l’Associazione Sicurezza e Lavoro

Il 24 settembre 2020 ha avuto luogo la prima udienza del processo penale per presunti gravi episodi di caporalato nella zona di Saluzzo, tenutasi presso il Tribunale di Cuneo. Il caso vede Tassembedo Moumouni, detto “Momo”, come principale imputato per procacciamento di lavoratori migranti, a seguito dell’inchiesta denominata appunto “Momo”. Il procedimento ha avuto un importante risvolto nell’udienza del 12 ottobre, quando Sicurezza e Lavoro è stata ammessa come parte civile del processo. Il Tribunale di Cuneo ha infatti emesso un’ordinanza in cui riconosce il danno recato all’Associazione dai plurimi episodi di sfruttamento della manodopera straniera. Nella stessa viene anche riconosciuta in via preliminare l’idoneità della documentazione prodotta da Sicurezza e Lavoro sul  lavoro di sensibilizzazione e contrasto al caporalato.

AMMI per il progetto Sulla rotta del caporalato

AMMI collabora con il progetto Sulla rotta del caporalato, il reportage giornalistico creato dalle associazioni Pulmino verde e Sicurezza e Lavoro. Il lavoro raccoglie le testimonianze degli operatori del settore agricolo del cuneese, di chi è riuscito a liberarsi e di chi ancora lotta contro questa forma di schiavitù contemporanea, per migliorare la propria condizione economica o quella degli altri. Lo scopo del progetto non si esaurisce con il reportage ma vuole essere un impegno a lungo termine per favorire una maggiore coesione sociale, ridurre la disparità economica e abbattere la barriera che separa la popolazione locale da quella straniera. Il progetto si configura quindi come un’importante testimonianza che mette in luce la complessità del contesto cuneese, così da promuovere l’interazione e la solidarietà all’interno della comunità e dare maggior risalto alle iniziative istituzionali per l’inclusione sociale.

 




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