Esiste una politica di integrazione interculturale?

Puntare su politiche di integrazione socio-economiche migliora la vita del migrante e della comunità; Questo possiamo chiamare vera integrazione.

Le politiche di integrazione, se partono dal punto di vista culturale, rischiano di riproporre degli schemi e degli stereotipi. Spesso quando si parla di intercultura si dimentica che siamo già tutti multiculturali. Siamo prodotto di incroci, di interazioni.

Ralph Linton, professore americano di antropologia negli anni 20′-30′ iniziava il suo corso di antropologia in questo modo: partendo dall’ipotesi che più o meno tutti gli americani pensano che ” tutto ciò che è al mondo è americano”, chiedeva ai suoi studenti che gesti avessero fatto al mattino prima di arrivare a lezione “Cosa hai fatto come primo gesto? Hai scostato il lenzuolo fatto in cotone, fibra prodotta in India nel VI secolo a.C., hai fatto colazione in una scodella di ceramica prodotto inventato in Cina, hai preso il thé che ti arriva dall’India oppure il caffè che ti arriva dall’Abissinia o magari il cacao che proviene dal Messico…”Poi continuava con tutta una serie di riferimenti simili, che facilmente li possiamo pensare anche nel nostro quotidiano, concludendo:” Esci e vai a comprare il giornale, paghi con una moneta di invenzione della Namibia, compri un quotidiano stampato su carta, procedimento inventato in Cina, stampato con caratteri mobili escogitati in Europa nel 1450, e a seconda delle notizie ringrazi o bestemmi una divinità medio-orientale di averti fatto americano”. Con questa introduzione Linton smontava la credenza della cultura pura. 

Quindi oggi, l’intercultura si sviluppa nella realtà. I bambini di oggi crescono nelle classi con compagni provenienti dalla Cina, Albania, Maghreb, Senegal, o Romania. Sui banchi iniziano pian piano a relazionarsi a stare insieme tra culture diverse in modo naturale, senza porsi il problema che il compagno del banco sia diverso. Con questo possiamo dire che culturalmente non si vedono dei blocchi tra le culture.

L’integrazione si porta avanti invece da un punto di vista economico e sociale, perché dietro gli scontri contro lo straniero che oggi viviamo in modo più accentuato,( se teniamo presente le campagne elettorale o la propaganda di mas media) si nascondano competizioni per le risorse, oppure paure che l’immigrato potesse fare concorrenza all’italiano. Su questo piano si pongono le sfide per chi lavora e crede in una integrazione interculturale o cosmopolita della società di oggi.

Altri correlati