EVENTO. Dialogo interculturale e transcultura al centro di accoglienza straordinaria di Cavoretto (cooperative Carapace – Sanitalia)

18
Feb

Gli ospiti del centro di accoglienza straordinaria (C.A.S.) di Cavoretto, delle cooperative sociali Sanitalia e Carapace, hanno organizzato domenica, 27 novembre, una serata multiculturale, un incontro tra la musica, la poesia, la tradizione e i costumi dei paesi di provenienza dei ragazzi presenti nel centro.

L’evento è iniziato alle ore 17, presso il Salone parrocchiale della Chiesa San Pietro in Vincoli di Cavoretto e ha riunito oltre 150 persone tra ospiti richiedenti asilo, amici, abitanti del borgo, rappresentanti delle cooperative, operatori, mediatori interculturali e volontari che hanno condiviso momenti di solidarietà in un ambito multiculturale.

“Vorrei trasmettere una messaggio semplice stasera: guardiamo le persone come degli esseri umani, guardiamo oltre il colore e la provenienza”, ha detto Adramet Barry, il responsabile del centro di Cavoretto, nell’apertura della serata.

Sul palco sono saliti ragazzi provenienti dalla Nigeria, Eritrea, Pakistan e dal Senegal, che hanno presentato un programma artistico originale e variegato.

La serata è stata aperta da una presentazione di abiti tradizionali nigeriani e dall’esibizione di Bright e il suo gruppo, che hanno interpretato due canzoni, creazioni proprie in una lingua mista. “Ti amo” è stata la canzone che ha subito concquistato la simpatia del  pubblico che ha applaudito per oltre cinque minuti.

Qualche minuto dopo, Tamrat dall’Eritrea ha emozionato tutti con la sua poesia sul viaggio difficoltoso che ha fatto verso l’Italia. Durante la lettura, direttamente in tigrino, Tamrat suonava uno strumento costruito proprio da lui, un giorno prima dell’evento.

“Da bambino, suonavo questo strumento che è fatto di legno, chiodi e filo per la bicicletta. L’ho costruito ieri sera”, ha spiegato Tamrat.

La traduzione in italiano della poesia di Tamrat è stata fatta da  Almera, una mediatrice interculturale eritrea.

Il Pakistan è stato rappresentato da Amza, che ha esposto un video collage mostrando i simboli culturali più importanti del suo paese.

Le immagini “parlavano” dei posti, dei vestiti, dei cibi e dei colori del paese sud-asiatico, che sembrava, all’improvviso, più vicino.

“E’ un modo per scoprire nuovi mondi. Venite a conoscere dal vivo la nostra realtà”, è stato l’invito di Ernesta Fusetti, responsabile del Dipartimento Risorse Umane delle cooperative, durante la serata.

Il giro delle presentazioni è stato chiuso da un gruppo di ragazzi del Senegal che, dopo un lungo lavoro dentro il laboratorio di ceramica, ha costruito un oggetto usato durante il rituale di passaggio dall’età dell’infanzia alla maturità (la circoncisione).

“E’ un rituale che si pratica nel Sud Ovest del Senegal dall’etnia mandingue, durante la circoncisione. E’ una tradizione attraverso cui ai ragazzi vengono insegnate le regole del contesto sociale, dell’età adulta”, ha spiegato Khadidiatou Sylla, traduttrice dal wolof in italiano.

La serata si è conclusa con l’esibizione di tutti i ragazzi che hanno interpretato la famosa “Bella Ciao”, seguita da una degustazione di cibi tradizionali dai paesi di provenienza degli ospiti, cucinati da loro stessi.

All’evento erano presenti anche Monica Cerutti, l’assessore sull’Immigrazione della Regione Piemonte e Davide Ricca, il presidente della Circoscrizione 8.

Ana Ciuban

 

 




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