Flussi migratori: tra la narrazione politico mediatica e la realtą delle cifre

I media e i politici invitati nei saloni televisivi, non fanno altro che chiamare la paura degli migranti che giungono la terra europea ogni giorno con un numero crescente.
Ma se cerchiamo di confrontare i dati capiamo che non solo non cresce, ma sono in diminuzione rispetto gli anni precedenti. Solo dall’anno che č appena passato, cioé il 2017, migranti che hanno aggiunto le coste dei Paesi del Mediterraneo sono poco pił di 171 mila, meno della metą di quanti sbarcarono nel 2016.
In Italia durante i primi mesi del 2017 il flusso di ingressi di migranti via mare é stato rilevante a partire da metį di luglio e si é visto un rallentamento degli sbarchi.
I primi 40 giorni di quest’anno(2018), ci dicono che il numero degli sbarchi sulle coste italiane é 4.731 migranti la metą di quanti giunsero nello stesso periodo dell’anno precedente.
Diverso é anche la nazionalitą degli migranti: prevalgono gli eritrei con un numero 1.300 e i tunisini 760 .
In aumento il numero dei minori che ci giungono la terra italiane e che chiedono protezione internazionale. Dal 2015-/2018 i minori accompagnati trasferiti dall’Italia sono 1121 e quelli che ci preocupa di pił sono quelli non accompagnati 143, che vengono accolti di pił in Germania dove é stato ricollocato il 41% dei migranti. Il percentuale pił alta della nazionalitą é eritrea e seguino i siriani.
Secondo i dati della Commissione Nazionale per il diritto d’Asilo, i minori non accompagnati per l’anno 2017 raggiungono il numero 9.782 73.5% in pił rispetto al 2016. Nel corso dell’anno 2017 sono state esaminate 82 mila domande ( 10 mila in meno rispetto il 2016). Una domanda su quattro ha avuto come esito la protezione umanitaria. Si pone la domanda: che cosa succedde con i tre respinti?

I richiedenti asilo secondo i dati del Ministero dell’Interno in Italia per l’anno 3017 sono state 130 mila e rispetto al 2016 si registra un lieve crescita ( + 5,4%). Aumenta la proporzione di donne tra i richiedenti e sono di nazionalitą nigeriane, bangladesi,pakistani gambiani e ivoriani. In doppio aumento i provvenienti di Bangladesh.( il motivo d’arrivo in Italia č per lo scopo economico)

Tra i pił significativi spostamenti forzati dai loro paesi sono i Siriani i Iracheni e Colombiani i quali fugono in ricerca di protezione internazionale come rifugiati. I richiedenti asilo al livello mondiale fino alla fine del 2016 sono stati 2.8 milioni. ( consulta il comunicato italiano).
5 milioni e 481 mila invece, sono i siriani che hanno dovuto abbandonare il loro paese.
In Turchia si trovano 3.5 milioni, 1 milione in Libano e 665 mila in Giordania. In Europa
Invece, le richieste d’asilo da 2011-2017 sono state 996mila, di cui 978 mila nei paesi dell’Unione pił Svizzera e Norvegia. Tra i Paesi Ue, Germania e Svezia insieme rappresentano i due terzi delle domande presentate da siriani.
Da i dati elencati capiamo che in Italia rimane una fetta di migranti che cercano il miglioramento delle condizioni economiche e quelle sociali rispetto ai loro paesi di provenienza. Spesso viene detto che Italia č solo un Paese di passaggio e si lavora solo per una efficace accoglienza. Ma tanti rimangono qui, tanti giovanni non accompagnati chiedono il diritto della protezione e le azioni per un sopporto richiedono tempo e idee per aiutare l’inserimento e l’integrazione nel suolo italiano.
Una forte richiesta dalle associazioni e cooperative, cioč dalla base, sono i mediatori culturali, ma gli Enti governativi rispondono con lentezza. E i mediatori interculturali non servono solo per aiutare la comunicazione linguistica, ma soprattutto nella comprensione del pensiero e la gestione dei conflitti che ai centri di accoglienza non mancano.

Per sapere di pił consigliare: http://ismu.org/aggiornamenti- emergenza- immigrazione-europa/

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