Negli ultimi giorni con grande fermezza è stato approvato il Decreto legge Dignità che comprende un pacchetto di misure importantissime per il cittadino e la vita pubblica del nostro paese. Tra queste misure, per tutelare la salute e la qualità di vita per i cittadini, è stato inserito anche quella della proibizione della pubblicità del gioco d’azzardo, fortemente voluto dal ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. “ L’azzardopatia è un ostacolo, ed è mio compito rimuoverlo, e così abbiamo individuato il divieto della pubblicità all’azzardo come strumento per combatterlo”, dice lui.
Ma perché questo forte interesse e perché parlarne del gioco d’azzardo e il fenomeno di ludopatia? Che cosa significano?
Andiamo per l’ordine. Il gioco d’azzardo ( dall’arabo ” az-zahr”, significa dadi, e la sua storia è legata alla storia dell’uomo. Le prime testimonianze si riscontrano nel 3000-4000 a. C. con Socrate e Platone che giocavano a dadi. Oggi è un fenomeno sociale in forte crescita e dopo gli anni ’50 in Italia inizia ad essere osservato da un punto di vista clinico come” possibile malattia”, e non più come un vizio, come si pensava fono ad allora. il gioco d’azzardo in prima vista rappresenta un piacevole passatempo come il navigare in internet o guardare la tv, ma se si mette la posta in palio, e se la posta in palio è irreversibile ed è basato sul caso, allora si tratta di un vero caso di gioco d’azzardo e il disturbo patologico è definito ludopatia, “malattia del gioco”. Elementi distintivi di tale passaggio sono la frequenza, la durata, le somme spese, l’intensità con cui questi comportamenti vengono messi in atto, la motivazione al gioco e le conseguenze negative che si ripercuotono sul soggetto in ambito organico, psicologico, finanziario e familiare.
“Secondo il Ministero della Sanità, in Italia c’è una percentuale di giocatori d’azzardo problematici tra l’1,5% e il 3,8% della popolazione, quindi almeno 900 mila italiani, cui si aggiunge un altro 2,2% di giocatori d’azzardo patologici affetti dalla malattia del gioco d’azzardo, e probabilmente molti di più grazie alle possibilità offerte da internet.
L’Italia stampa un quinto dei gratta e vinci di tutto il mondo ed ha il record di apparati elettronici da gioco, circa 416mila, a cui si aggiungono 50 mila video lottery.” 1°
Un altro dato interessante arriva da un’indagine promossa da Eurospes (2010), il gioco pubblico rappresenta la terza industria italiana, preceduta solo da Eni e Fiat.
” L’Itala è ai primissimi posti a livello internazionale per quanto riguarda la spesa pro-capite per il gioco….alcune famiglie arrivano addirittura a “giocarsi” il 6,5% del proprio reditto. Mentre il guadagno complessivo di concessionari e gestori è passato da 4,3 a 9,7 miliardi di euro all’anno.” 2°.
Quindi, è un fenomeno dilagante che possiamo chiamare una vera patologia sociale.
Ma quali sono questi giocatori e perché il “mediatoreinterculturale” riporta questo problema nella sua pagina?
Sono persone spesso uomini, ma negli ultimi anni è cresciuto anche il numero delle donne, dell’età tra 40-50 anni, giovanissimi, (studenti tra 15-19 anni), incapaci di resistere all’impulso e all’urgenza di scommettere, spesso alla ricerca di emozioni o sensazioni forti seguendo scommesse sportive (49%), bingo e tombola (33%), totocalcio (28%), gioco a carte (24%), video poker o slot 14%.
Chi gioca d’azzardo lo fa per potersi procurare un vantaggio – la vincita- utile alla propria vita. E’ una sorte di trovare la Fortuna, che toccherà a ” ME” e non un altro concedermi i suoi favori.
1°- Libro: Gioco d’azzardo: come difendersi ( Edizione Aprile 2016, Stampa Digital EDITOR- Umbertide. pag. 7.
2°- pag.80.