Quattro aree di interventi importantissimi del MIC: sociale, sanità, scuola e giustizia
La famiglia immigrata vive oggi le difficoltà in una crisi socio economica come la famiglia italiana, con differenza che si riferisce la precarietà del lavoro maggiore per i lavoratori stranieri e mancanza di servizi sul territorio. Le condizioni di lavoro nelle campagne e nei cantieri non sono sempre al loro favore.La maggior parte degli uomini lavora nel settore dell’edilizia e di agricoltura, entrambi lavori pesanti. Le donne, tate, colf, badanti e assistenti hanno degli orari interminabili che le sottraggono alla cura della propria famiglia. Esiste anche il gruppo della famiglia monoparentale costituita dalla donna sola lavoratrice a tempo pieno. Gli stranieri presi da soli ma anche come genitori spesso si trovano in difficoltà a soddisfare i loro bisogni come adulti ma anche al rispetto dei loro figli. Per mancanza di conoscenza della lingua italiana, dei servizi, dei diritti o dei doveri, trovano ostacoli nel comunicare con i servizi, di raggiungerli e di trovare soluzioni che riguardano la salute, l’abitazione, avere degli sussidi economici, trovare lavoro, inserire i bambini nelle scuole, di trovare un avvocato in caso di separazioni o maltrattamenti, di compilare moduli e formulari vari.
Dall’altra parte, anche gli servizi si trovano in difficoltà a comunicare con l’utenza straniera e dare risposta ai loro bisogni. Si creano situazioni difficili da gestirli a causa dei malintesi, dei conflitti, i malumori, gli stereotipi e i pregiudizi.
In questo contesto si inserisce la figura professionale del mediatore interculturale, capace di facilitare la comunicazione fra i due gruppi: stranieri e gli autoctoni nei servizi.
“Il MIC si presenta come una figura cardine per gestire i rapporti tra gli immigrati con le istituzioni ( sanitarie, tributarie, educative, giudiziaria ecc.). Il MIC esercita una funzione di tramite tra i bisogni degli immigrati e le strutture al fine di favorirne le pari opportunità nell’accesso al lavoro e ai servizi sociali” ( Gennai G. 2005 p. 180).
Il MIC diventa un prezioso strumento per la comprensione dei diversi codici di comportamento e delle differenze culturali. La persona che può ricodificare le richieste e i bisogni degli immigrati in un linguaggio comprensibile. Nelle strutture, poco per volta, il mediatore interculturale inizia a vedersi come uno strumento in una strategia di lavoro.
Ma entriamo nello specifico:
Qual’è il ruolo del MIC nell’ambito sociale?
Il compito del MIC all’interno dei servizi in un Comune è di offrire informazione e orientare gli utenti che si avvicinano agli uffici di vari servizi.Facilitano la comunicazione tra utenti e operatori, sostengono offrendo azioni di prevenzione per prevenire situazioni di pregiudizi. Interventi educativi e accompagnamento sociale. Aiutano a instaurare le relazioni di comprensione reciproca, maturata attraverso il viaggio di entrambi parti nei rispettivi modi. Nell’approfondire la conoscenza dell’altra realtà, ascoltare e decodificare la narrazione del vissuto dell’utente straniera, i sentimenti, nel valorizzare le aspettativele prospettive e i progetti di vita che loro hanno. ( significato culturale che si cela dietro alle parole).
Qual’è il ruolo del MIC nell’ambito sanitario?
Il ruolo del MIC in questo ambito ha un duplice compito: informare, accompagnare, assistere il malato ma anche lavorare nell processo dell’educazione per prevenire malattie e problemi psico-sociali.
“Il MIC nell’ambito sanitario ricopre un ruolo chiave nella comprensione dei problemi socio-sanitari dell’utente straniero e deve sapere interpretare in termini culturali il disagio psico-sociale che il processo dell’immigrazione comporta, facendo in modo che l’immigrato stesso diventi più visibile all’operatore italiano facilitando così l’efficacia di intervento.” ( Immigrati e salute sessuale e riproduttiva: le risposte dei servizi (pag.167)
Le aree nell’ambito sanitario dove la presenza del MIC ( mediatrice) è più presente è quella del dipartimento Materno-infantile e i Consultori famigliari.Questo perché la percentuale di nascite di bambini stranieri è sempre in un progressivo aumento. Quindi il servizio rivolto alle donne immigrate e i loro bambini viene visto in una ottica interculturale e con nuove modalità di ascolto. Attraverso il contributo delle mediatrici si è dato possibilità alle donne straniere di esprimere i propri dubbi, le incertezze, di facilitare la comunicazione, così si è dato la possibilità anche agli operatori ( in maggioranza donne) di comprendere i bisogni e lo stato del paziente per rispondere in modo adeguato.
Altri temi in cui il ruolo del MIC è importantissimo sono: Il Sistema Sanitario Nazionale, Le malattie infettive, Sicurezza negli ambienti di lavoro, Igiene ella casa e personale, Contraccezione sessuale, Alimentazione.
Qual’è il ruolo del MIC nell’ ambito della scuola?
Una parte delle sue attività di lavoro, il MIC lo svolge all’interno delle strutture scolastiche.
La definizione di mediatore interculturale, secondo Duccio Demetrio può assumersi così: “per mediatore interculturale intendiamo l’insegnante che, con consapevolezza, si interroga e si attrezza per favorire non tanto la transizione da una cultura all’altra, quanto la sintesi – dove è possibile – tra culture, allo scopo di creare momenti pedagogici capaci di andare oltre le reciproche differenze“.
Nel ambito educativo la definizione di mediatore culturale è “colui o colei che, in quanto membri delle comunità di appartenenza dei bambini, hanno il compito che queste non vengano del tutto disperse e di farle conoscere ai bambini italiani” (2: D. Dimetrio)
Il compito del mediatore culturale nell’ambito scolastico è di aiutare gli entrambi interlocutori ( scuola-famiglia-alunno/i) a comunicare tra loro, creare spazzi di una buona accoglienza, elaborare un kit di informazioni e modulistica per venire d’aiuto alla famiglia dell’alunno e a lui stesso, offrire un contributo nei primi passi di alfabetizzazione per la L2; a ricostruire la biografia e la storia scolastica precedente dell’alunno, valorizzando la sua identità; fornire utili consigli sul sistema scolastico del paese di accoglienza alle famiglie immigrate: fare da intermediario tra culture diverse, riducendo l’incertezza e il fraintendimento, che possono sorgere durante la conversazione; offrire strumenti e strategie per sminuire i conflitti che possano nascere nelle relazioni bambino- gruppo classe, bambino -docente, o docente-famiglia. Insieme al docente, aiutare i bambini o i ragazzi a imparare come vivere insieme, uguali e diversi e in pari dignità.
Qual’è il ruolo del mediatore interculturale nell’ambito giuridico?
Anche nell’ambito giuridico-penale la figura del MIC offre una serie di possibili soluzioni per affrontare le difficoltà che incontrano sia le persone immigrate ( terminologia giuridica utilizzata, conoscenza delle norme e delle leggi spesso incomprensibile anche per gli italiani stessi) e sia per le istituzioni che si occupano a gestire la regolarità dei documenti come le Questure, processi come nei Tribunali, o la scorta della pena nei Istituti penitenziari.
La mediazione culturale rappresenta un valido strumento su più fronti: per comprendere il detenuto straniero, la sua cultura e i suoi comportamenti, per facilitare la sua relazione con gli operatori penitenziari e per aiutarlo a conoscere il contesto giuridico e culturale italiano.
Il compito del MIC quindi, in questo campo è di tradurre e spiegare i meccanismi e i contenuti processuali ai soggetti coinvolti nei procedimenti, di utilizzare le competenze giuridiche, sociologiche, pedagogiche e psicologiche per poter utilizzarli nei casi giudiziari e sociali.
All’interno degli istituti penitenziari, presso ai Sportelli Informativi rivolto a detenute e detenuti stranieri di rispondere alle loro necessità primarie e per favorire l’accesso ai diritti previsti. Facilitare l’accesso all’informazione,orientarli sulla legislazione vigente, dare un sostegno psico-sociale ai detenuti, accompagnare insieme con gli operatori che agevolano il collegamento con l’esterno nel trattamento casa-lavoro, fornire informazioni in materia di documenti, contribuire nel stabilire un rapporto positivo tra i detenuti stranieri e quelli italiani dove spesso si manifestano conflittualità interetniche. Così anche con gli agenti di polizia penitenziaria. Diminuire i casi di risse e aggressioni tra loro, contenendo gli episodi di violenza incentivando il dialogo. Un altro ponte da prendere in considerazione è anche quella con la famiglia nel paese d’origine.
Fonte: 1. Libro: Immigrati e salute sessuale e riproduttiva: le risposte dei servizi. ( U.I:C.E.M.P) 1998. ( Atti del convegno). 2. Libro: “Diddatica Interculturale” di D.Dimetrio
Per approfondire: https://www.tesionline.it/tesi/brano/27628/La-mediazione-culturale.
Libro: 15 mediatori culturali- Ministero della Giustizia- Manuale,Edizioni Giuridiche Simone a marzo 2018 .
Libro: La Mediazione Culturale: Strategie di integrazione in una società multietnica, di Margherita Sportelli, Casa Editrice Xenia.
http://www.comune.sassomarconi.bologna.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idSezione=18737&idArea=18739&idCat=6860&ID