Immigrati e azzardopatia

18
Feb

Malattia del disagio e delle illusioni

L’azzardopatia (conosciuta anche come ludopatia) si diffonde in modo inquietante. Principalmente tra le popolazioni più fragili socialmente in genere, e in modo particolare tra gli immigrati. Quali sono i mezzi, i centri e le risorse per curarla? Che ruolo possono giocare le mediatrici e i mediatori Interculturali?

I giochi d’azzardo nella storia

La storia del gioco d’azzardo (dall’arabo  ” az-zahr”, cioè dadi) è legata alla storia dell’umanità.  Roger Caillois nella sua opera fondamentale di psico-sociologia del gioco “I giochi e gli uomini” (1), cita la categoria dei giochi d’azzardo tra i quattro tipi fondamentali di giochi:  Agôn (competizione), Alea (azzardo), Mimicris (simulacri), Ilinx (vertgine). Alla sola differenza che i 3 altri tipi, Agôn, Mimicris e Ilinx sono comuni a molti esseri viventi, in particolare ai mammiferi che competono, giocano a simulare e si inebriano a correre o a saltare… Mentre il genre Alea (azzardo è tipicamente umano, in quanto richiede una base culturale (credere nella sorte, nella fortuna e la sfortuna) e una nozione del tempo, che gli animali non hanno. Il gioco d’azzardo è quindi profondamente ancorato in tutte le culture umane.

Giochi d’azzardo e società del consumo

Oggi la diffusione dei giochi d’azzardo raggiunge livelli mai raggiunti in passato ed è un fenomeno sociale in forte crescita che dopo gli anni ’50 inizia ad essere osservato da un punto di vista clinico come “possibile malattia”, e non più come un semplice vizio.

Il disturbo patologico della dipendenza da gioco d’azzardo (definito anche azzardopatia o genericamente e impropriamente ludopatia) è un disturbo del comportamento rientrante nella categoria diagnostica dei disturbi del controllo degli impulsi. (2)

Elementi distintivi di tale patologia sono la frequenza, la durata, le somme spese, l’intensità con cui questi comportamenti vengono messi in atto, la motivazione al gioco e le conseguenze negative che si ripercuotono sul soggetto in ambito organico, psicologico, finanziario e familiare.

900 mila giocatori d’azzardo

“Secondo il Ministero della Sanità, in Italia c’è una percentuale di giocatori d’azzardo problematici tra l’1,5% e il 3,8% della popolazione, quindi almeno 900 mila italiani, cui si aggiunge un altro 2,2% di giocatori d’azzardo patologici affetti dalla malattia del gioco d’azzardo, e probabilmente molti di più grazie alle possibilità offerte da internet e che sono più difficili da quantificare.

L’Italia stampa un quinto dei gratta e vinci di tutto il mondo ed ha il record di apparati elettronici da gioco, circa 416mila, a cui si aggiungono 50 mila video-lottery.”   (3)

Un altro dato interessante  arriva da un’indagine promossa da Eurospes (2010), il gioco pubblico rappresenta la terza industria italiana, preceduta solo da Eni e Fiat.
“L’Itala è ai primissimi posti a livello internazionale per quanto riguarda la spesa pro-capite per il gioco….alcune famiglie arrivano addirittura a “giocarsi” il 6,5% del proprio reditto. Mentre il guadagno complessivo di concessionari e gestori è passato da 4,3 a 9,7 miliardi di euro all’anno.” (4)
Le prime tre provincie in classifica per fatturato dei giochi d’azzardo sono Milano, Roma e Torino con un fatturato complessivo di 40 miliardi di euro all’anno.

Chi sono gli “azzardopati”?

Spesso uomini, ma negli ultimi anni è cresciuto anche il numero delle donne, dell’età tra 40-50 anni, giovanissimi, (studenti tra 15-19 anni), incapaci di resistere all’impulso e all’urgenza di scommettere, spesso alla ricerca di emozioni o sensazioni forti seguendo scommesse sportive (49%), bingo e tombola (33%), totocalcio (28%), gioco a carte (24%), video poker o slot 14%.

Oltre la popolazione nativa, una fetta considerevole ma poco studiata è anche quella straniera. Le sale da gioco sono molto numerose nei quartieri popolari a forte presenza di migranti. E la clientela che li frequenta è molto spesso composta in buona parte da questi. (5)

Per quale motivo giocano gli immigrati?

Oltre al piacere del gioco, la ragione che spinge i poveri in genere e gli migrati in particolare a recarsi presso i posti dove si trovano slott machine, scommesse sportive e altri giochi, è l’illusione di poter guadagnare “soldi facili” e migliorare così le condizioni economiche personali o della propria famiglia. S’ è osservato infatti il netto aumento delle sale da gioco e dei frequentatori con l’acuirsi della crisi economica.  Molti capi famiglia, tra cui molti immigrati, spinti dalla disperazione della perdita del posto di lavoro o da uno stipendio troppo basso per soddisfare i fabbisogni della famiglia si lasciano trascinare in questa spirale, che non li porta che all’aumento delle difficoltà.

Nei Consultori familiari anche nelle strutture scolastiche, durante i colloqui con le donne/mamme, in presenza delle mediatrici culturali si è rilevato una loro sofferenza verso il fenomeno del gioco d’azzardo, perché le perdite delle somme di denaro hanno portato conflitti forti tra le copie o anche tra familiari.

Gli uomini, che spesso scommettono gli stipendi o i risparmi della famiglia, si trovano in totale disperazione e scaricano il loro malessere in famiglia, spesso tramite la violenza domestica. Poco per volta, iniziano a mancare soldi e viveri. Speso si perdono anche le case in affitto o comprate con mutui. In poco tempo si trovano pieni di debiti, senza risorse e costretti a rinunciare agli affetti (le amicizie, i rapporti famigliari e il lavoro).

Spesso le vittime del gioco, ma anche i loro famigliari non sanno come comportarsi per uscirne fuori da questi situazioni disagiate e dolorosi, perché sono privi di risorse e accompagnati  anche dal senso di colpa. Chiedere aiuto non è facile. Il fenomeno così dilagato quindi, ha posto delle domande per trovare sia delle risposte a questi problemi al livello personale all interno di un nucleo famigliare, e sia per gli Enti pubblici al livello nazionale e quelli regionali.

Prevenzione e trattamento dell’Azzardopatia

In Piemonte, ad esemio, per prevenire il gioco d’azzardo patologico e tutelare le fasce più deboli e vulnerabili, la legge 9/2016 (6) ha dettato delle norme che hanno come obiettivo di offrire una serie di azioni come :

  • trattamento terapeutico ed al recupero dei soggetti che ne sono affetti ed al supporto delle loro famiglie;
  • alla diffusione ed alla divulgazione dell’utilizzo responsabile del denaro attraverso attività di educazione, informazione, divulgazione e sensibilizzazione;
  • al rafforzamento della cultura del gioco misurato, responsabile e consapevole;
  • allo stabilire misure volte al contenimento dell’impatto negativo della attività connesse alla pratica del gioco sul tessuto sociale, sull’educazione e formazione delle nuove generazioni.

La Regione Piemonte ha predisposto una serie di FAQ  che contengono tutte le risposte necessarie a una corretta attuazione delle disposizioni normative. (7)

In ogni ogni ASL a livello nazionale, all’interno del dipartimento del Ser.T, (Servizi per le Tossicodipendenze) si trova un ambulatorio per il gioco d’azzardo patologico della S.C. Patologia da Dipendenze, che viene gestito da un’equipe multi professionale: psicologi, infermieri, educatori, assistenti sociali e medici.

Questi ambulatori offrono interventi di consulenza, colloqui educativi, colloqui di sostegno psicologico, consulenze di coppia e famigliare, consulenze di carattere sanitario e sociale e in fine anche gruppi terapeutici. L’accesso al servizio è gratuito e ai pazienti viene garantito l’anonimato e la privacy. Per poter usufruire del servizio non serve neanche l’impegnativa del medico.

Il ruolo dei Mediatori Interculturali?

Un ruolo importante potrebbe giocare il mediatore interculturale nell’incoraggiare quelli tra gli immigrati colpiti da tale patologia a superare la vergogna e le paure e avvicinarsi a questi sevizi. Sopratutto se le Asl prendono coscienza della necessità di inserire mediatori nell’equipe multidisciplinare di lavoro sull’azzardopatia.

Note:

(1).  R. Caillois. “I giochi e gli uomini. La maschera e la vertigine”. Bompiani (Edizione originale: Les jeux et les hommes. Le masque et le vertige, Gallimard, 1957)

(2). Gioco d’azzardo patologico – Wikipedia 

(3). “Gioco d’azzardo: come difendersi”, CESVOL EDITORE ( editoria sociale), Aprile 2016.  pag.7

(4).  idem pag.80

(5). Idem pag.82

(6).  https://www.gioconews.it/cronache/70-generale20/55146-bernabo-gruppo-gedi-gioco-informazione-basata-sui-dati

(7). http://www.regione.piemonte.it/sanita/cms2/documentazione/category/234-contrasto-al-gioco-d-azzardo

Biblio-sitografia:

 Portelli e Papantuono, Le nuove dipendenze: riconoscerle, capirle e superarle, San Paolo, 2017

Lavenia, Internet e le sue dipendenze: dal coinvolgimento alla psicopatologia, FrancoAngeli, 2012,

 Gioco d’azzardo: rischi e cura – servizio sanitario nazionale dell’Emilia Romagna




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