Gazeta Repubblica – Settanta euro per rinnovare il permesso di soggiorno rappresentano “un vero salasso” per gli extracomunitari. “Che sono davvero disperati e contestano questo assalto alle loro tasche, già vuote, e ai loro bilanci, impossibili per la frequente precarietà del lavoro”.
Il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, fa i conti in tasca agli immigrati e critica l’aspetto della Bossi-Fini che riguarda le spese di permanenza nel nostro Paese. Prende a esempio una famiglia di quattro persone, costretta a pagare 280 euro, “che spesso sono mezzo stipendio, quando lo stipendio c’è, ed è davvero troppo”.
Kit, richiesta di rinnovo, permesso per rimanere anche un giorno in più nel nostro Paese costano troppo cari agli immigrati. L’auspicio del titolare del Viminale è “che questa procedura venga rivista, bisognerà trovare rapidamente una soluzione”. Sotto questo aspetto, osserva il ministro, “la Bossi-Fini ha ecceduto nell’ancorare la presenza in Italia all’esistenza, attuale e immediata, del lavoro. Uno dei nostri figli ha tutto il tempo di cercarselo, il lavoro, mentre il figlio di una persona giunta in italia da un altro Paese, e in modo precario, il tempo non ce l’ha”.
Amato spiega di aver gestito “una convenzione già firmata tra ministero dell’Interno e Poste Italiane, che definisce l’impegno delle Poste per trattare queste domande. Le Poste hanno fatto anche investimenti per questo ma alla fine chi paga – insiste Amato – è l’extracomunitario. Settanta euro sono troppi”.
Amato ha aggiunto di aver già parlato dell’argomento con il presidente del Consiglio, Romano Prodi, e di aver ricevuto indicazioni “per rivedere la procedura dei rinnovi dei permessi di soggiorno al fine di superare questa situazione”.