L’associazione Multietnica dei Mediatori Interculturali (A.M.M.I.), in collaborazione con En.A.I.P. Biella, ha organizzato il 17 novembre a Biella, “La Giornata di Orientamento”, una sessione full-immersion di orientamento, preparazione e accompagnamento verso il corso di mediatore interculturale, dedicata ai candidati per tale corso.
L’evento si è tenuto presso la Sala Colonne del Centro Territoriale per il Volontariato di Biella.
Sono stati presenti oltre 30 partecipanti dai centri di accoglienza straordinaria (C.A.S.) del territorio biellese, provenienti dalle comunità etniche sprovviste di mediatori interculturali come: Afghanistan, Pakistan, Bangladesh, Mali, Guynea, Ghana, Nigeria, Costa D’Avorio, Senegal, Marocco o Colombia.
I tutor dell’A.M.M.I. hanno affrontato tematiche specifiche del settore della mediazione interculturale, coinvolgendo e esortando i candidati a sviluppare interventi riguardo situazioni del proprio paese 0 del proprio vissuto migratorio.
„Come si fa il caffé nel vostro paese?”, chiede Indrit, tutor dell’A.M.M.I., alla classe, introducendo il concetto di „schemi culturali”.
„Con tanta acqua e zucchero”, risponde Madje del Mali.
„Da noi, si aggiungono anche le foglie”, completa Bassekou della Guynea.
E così, partendo dagli esempi personali, i concetti teorici prendono forma e generano delle conclusioni:
„Dobbiamo essere coscienti dei nostri schemi mentali e del fatto che siamo tutti diversi”, dice Gladys della Colombia.
„Gli schemi dipendono dai nostri punti di vista, che sono tanto diversi”, aggiunge anche Latifa del Marocco.
La curiosità e la voglia di „dire la propria” si sono mantenute anche davanti ad alcuni temi sensibili come la religone e l’ateismo.
„Io penso sia più facile essere ateo perché ti toglie dei doveri”, dice Qoqaiche del Marocco.
„Mi chiedo perché, comunque, gli atei si siedono insieme al tavolo per pranzo di Natale”, continua Qoqaiche.
„Io sono musulmana, ma non bisogna mai giudicare gli atei”, suggerisce Latifa.
Oltre alle opinioni e alle proprie esperienze, gli allievi hanno espresso anche le loro domande e incertezze riguardo ai concetti della mediazione e non solo.
„Cosa vuol dire esattamente l’integrazione?”, chiede Christian del Ghana.
„Se uno conosce tante lingue, significa che è mediatore?”, chiede Ali Nur del Bangladesh.
„Diamo o non diamo un giudizio ad una cosa per poterla spiegare meglio agli altri?”, è il dubbio di Doumbia della Costa D’Avorio.
„Non so perché, ma, quando vado in Romania, io mi sento più straniera che in Italia”, dice Carmen della Romania.
Di conseguenza, l’obiettivo di “La Giornata di Orientamento” organizzata dall’A.M.M.I. e En.A.I.P. Biella, di “svegliare” l’interesse per la professione di mediatore tra i ragazzi provenienti dai paesi sprovvisti di tale figura in Italia, è stato raggiunto, specialmente se consideriamo il numero consistente di richieste per compilare i moduli di iscrizione al corso, messi a disposizione dall’agenzia formativa En.A.I.P. di Biella.
L’incontro è stato organizzato dall’Associazione Multietnica dei Mediatori Interculturali di Torino in collaborazione con l’’agenzia formativa En.A.I.P. di Biella.
“La Giornata di Orientamento” è un una formazione ad indirizzo teorico per quanto riguarda gli elementi della professione del mediatore, al fine di sostenere una maggiore presenza alla selezione del corso di mediatore interculturale di persone provenienti dalle comunità etniche sprovviste di mediatori interculturali come: Africa Centrale, Africa subsahariana francofona e anglofona, Corno d’Africa, Afghanistan, Pakistan, Bangladesh, area curda (turca, siriana e irachena).
Il percorso di orientamento è stato organizzato con successo anche a Torino, alla fine del mese scorso, in due sessioni di tre giorni, per un totale di 42 ore.
Ana Ciuban