Le parole della mediazione interculturale: 2. cultura (Da finire)

Cultura, multicultura e intercultura

…”per conoscere un’altra persona bisogna essere disposti a lasciarsi mangiare per dare vita e riceverla. La domanda «tu quis es?» coinvolge tutta la persona ed è una domanda primaria: conoscersi e conoscere significa lasciarsi attraversare e insieme condurre dall’altro”  ( Carlo Maria Martini)

1. Introduzione

Nell’affrontare il tema del rapporto tra cultura e culture, risulta indispensabile partire da “che cosa si intende per cultura, Multicultura e intercultura?“.

La parola cultura ha valori diversi secondo gli ambienti e le tematiche in cui viene evocata. Occupa tuttavia, sempre, un posto centrale nella vita umana. Poiché l’uomo oltre che animale sociale è anche animale culturale: “Homo-sapiens.”

2. Definizione

cultura: 

Etimologia: 1.dal latino cultura, derivato di col?re «coltivare».  2, per influenza del tedesco Kultur .

Significato: L’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo. (1)

Per i filosofi di oggi,  Cultura si può intendere come quel bagaglio di conoscenze e di pratiche acquisite che vengono trasmesse di generazione in generazione

«La cultura moderna nel XX-secolo,  non si riferisce a un ideale di realizzazione, formazione del singolo individuo, ma si arriva a concepirla secondo un aspetto più multiforme che riguarda l’intera società; la cultura diventa qualcosa che gli individui acquisiscono in quanto membri di una società, socialmente.»  (2)

La cultura, è dunque una produzione collettiva che ha il compito di «fondare la coesione e il consenso sociale, stabilendo un sistema di controllo, sostenuto da sanzioni e ricompense, che orienterà […] l’agire degli individui, limitando i loro desideri e indicando le finalità concrete che essi devono perseguire»  (3).

Multiculturale

Secondo Watson (4) parlare di società multiculturale equivale a parlare di una società – Stato, nazione, paese, regione o anche soltanto di un’entità geografica delimitata, come una città o una scuola – composta di persone che appartengono a culture differenti.

Che cos’è il multiculturalismo?

Il multiculturalismo è una concezione secondo la quale, in una società in cui sono presenti più culture e comunità, per la sopravvivenza e per la stabilità di questa forma sociale, è indispensabile che la convivenza sia regolata da un reciproco rispetto senza che vi sia un’assimilazione, diretta o indiretta, alla cultura e al gruppo dominante ( Vedere Donati 2008) (5)

Il multiculturalismo è stato adottato per la prima volta in Canada nel 1971 per affermare il valore e la dignità di tutti i cittadini, indipendentemente dalle origini razziali o etniche, dalla lingua e dalla religione.

la dottrina si distingue da altre quattro possibili soluzioni:

  1. assimilazione: ossia sono le minoranze stesse a chiedere una piena adesione alla cultura nazionale dello stato ospitante, ma tale cultura deve definire gli standard di interazione nei luoghi pubblici per mezzo della legge;
  2. ibridazione o meticciato: definito anche sincretismo culturale, ossia vengono incrociate diverse etnie, anche attraverso matrimoni misti, con l’obbiettivo di avere generazioni che sono figlie di tante diverse culture (lo si riscontra nei paese dell’Asia, dell’Africa e del Sud America) (Donati 2008);
  3. melting pot: per molto tempo ha rappresentato l’ideale dominante, ossia ridurre la multiculturalità a un semplice «mescolamento» di minoranze e immigrati in un luogo dove, un grande numero di persone provenienti da tanti paesi diversi, vivono assieme. Per esempio New York è un vasto melting pot di differenti nazionalità o salad bowl è un’insalatiera dove si mescolano differenti etnie, o ancora hyphenation ossia l’incorporazione che identifica i soggetti in base alle loro origini nazionali, come nelle dizioni italo-americano, irlandese-americano ecc. (6)
  4. interculturalità: è una forma di incorporazione che pone l’attenzione alle differenze culturali, al fine di meglio integrare l’immigrato o una minoranza, nel sistema liberal democratico occidentale.

l’identità moderna e postmoderna sembra caratterizzata da elementi di contrapposizione rispetto all’alterità, anziché da elementi di dialogo.

La filosofa statunitense Seyla Benhabib  (7) chiama interazioni democratiche, vale a dire un «insieme di processi deliberativi attraverso i quali le identità individuali e collettive rendono fluide e negoziabili le distinzioni tra cittadini e stranieri, tra “noi” e “loro”, ridiscutendo e “aggiornando” i principi di inclusione.»

La sociologia ci fornisce importanti elementi di analisi articolando il problema secondo il concetto di differenza culturale: «spesso si è costretti a dover partire dalla considerazione della differenza culturale come qualcosa che i soggetti hanno in modo definitivo

La convivenza tra più culture auspicata dal concetto di multiculturalismo, sembra dunque una sfida non facile da affrontare, soprattutto da parte delle società più avanzate.

L’incontro – scontro tra culture, popoli e individui può essere visto anche in una dimensione capace di dare valenza positiva al conflitto quando il conflitto è tra il Sé e l’altro.

3. “Cultura”, nel mestiere della mediazione interculturale:

lavorare dentro le relazioni umane con quell’attitudine che ti permette di cogliere” il gusto delle differenze ” , nei suoi pro e nei suoi contro. Dove due o più culture “si toccano” nelle loro diversità e fanno i conti con il vivere quotidiano,accettandosi, modificandosi e valorizzando lo scambio.

«Il mediatore interculturalecome specifica Ducio Demetrioappartiene ad una determinata cultura nazionale o locale e fa da ponte per la divulgazione e la spiegazione della propria cultura, grande o piccola che sia, perché alcune abitudini potrebbero andare in conflitto con le proprie e dovrebbero quindi essere chiarite e approfondite affinché chi non lo conosce possa comprendere anche come funzionano.» (8)

Il MIC si fa promotore dei valori della comunicazione fra culture per favorire un sano incontro tra le persone che le rappresentano a prescindere da quella a cui egli stesso appartiene ( racconta di sé, della sua storia, delle tradizioni religiose, artistiche, letterarie ). In questo modo, le culture si parlano e provano a capirsi attraverso l’inter-azione, la mescolanza, il dialogo, diventando una realtà interculturale.  In questo passaggio si colloca poi la competenza comunicativa interculturale.

4. Note:

(1). wikipedia e Vocabbolario Treccani

(2). Fabietti  Ugo, 2004: Elementi di Antropoligia culturale

 (3). La società organicapolitica e sociologia di Emile Durkheim.  Bollati Boringhieri, 1989 (pagina: 231)

(4). La doppia elica di Watson James, Garzanti libri, 2004,

(5). Oltre il multiculturalismo. La ragione relazionale per un mondo comune di Pierpaolo Donati, 2008.

(6). (Pompeo 2002: 103)

(7).  Seyla Benhabib ( nata a 09.09.1950 in Turchia e oggi è una filosofa americana di Sephardick ancestry a Yale Università. Si occupa anche di migrazione.

(8). Demetrio Duccio.

5. Per approfondire:

Perruca A. Pedagogia interculturale, Libellula Edizioni, Tricase (Le) 2017

Sportelli M. La Mediazione culturale, Xenia Edizioni, Milano 2008.

“Guida Comunicare l’immigrazione”- http://tinyurl.com /Y7z6nbaw

Archivi dell’Istituto Interculturale di Montreal (Canada), realtà internazionale d’avanguardia che, dal 1963 al 2012, ha documentato, sperimentato e raccontato l’intercultura : www.iimarchives.org ( in inlese/francese)

Libro. ” Agenda Interculturale”, Ducio Demetrio, Meltemi, 1997

 

 

 

 

 

 

Altri correlati