Mediazione Interculturale e cura dei disturbi Psico Linguistici

18
Feb

 I disturbi primari di linguaggio nel bambino multilingue/multiculture

(riassunto da un articolo di Renata Salvadorini*) 

Foto: Anticipation – Kidscape, by Don Thongcharoen

Per tantissimi anni  nell’ambiente  scolastico, nei servizi di neuropsichiatria infantile e di logopedia, gli operatori hanno sostenuto e insistito con le famiglie dei bambini stranieri, sull’importanza di parlare con loro anche dentro le mura di casa solo nella lingua italiana, “per poter facilitare in tempi brevi l’inserimento e l’integrazione sia al livello  linguistico che scolastico”.  Questo richiamo verso le famiglie non ha preso in considerazione tanti fattori sociali, culturali e linguistici che invece di agevolare i percorsi, ha rallentato e creato grave difficoltà nell’apprendimento scolastico e psico-sociale del bambino creando così situazioni di scoraggiamento e sconforto nel bambino stesso e nei suoi famigliari.

E’ stato notato un certo scetticismo da parte dei foniatri, neuropsichiatri, pediatri, logopedisti, insegnanti e a volte anche da parte delle famiglie sulla capacità dei bambini di sviluppare abilità in due lingue, sopratutto per i bambini che presentano disturbi e faticano a svilupparsi in una lingua. La quasi totalità dei genitori, spinta dalla paura che il bambino non possa inserirsi nella società in cui vive e cresce, ha seguito, a volte con dispiacere, tali indicazioni.

Il monolinguismo sottrattivo

Questo comportamento è avvenuto perché mancavano gli studi e l’esperienza nella gestione dei bambini bi-lingui. Si sono creati quindi, situazioni molto problematiche, per esempio:

  • il genitore spesso ha avuto scarsissime competenze in L2 e presentava al bambino un modello linguistico povero, non adeguato o decisamente errato, in termini di lessico, grammatica, fonologia e prosodia;
  • il genitore, in moltissimi casi, non riusciva ad esprimere appieno tutta la ricchezza affettiva e le sfumature comunicative-linguistiche appartenenti della propria cultura, che connotano normalmente il linguaggio genitoriale, rinunciando in pratica a molte delle conversazioni interamente naturali;
  • nel genitore quindi, aumentava, in termini di stress di transculturazione, la sensazione di sradicamento che la migrazione inevitabilmente spesso comporta ( Mazzetti M.2010);

Il bambino si è privato della possibilità di sviluppare una buona comunicazione linguistica, non solo con i genitori ma spesso con i fratelli, con i nonni e con i coetanei appartenenti alla stessa comunità culturale e linguistica. Si è realizzato così la condizione del monolinguismo sottrattivo caratterizzato dai seguenti aspetti:

  • per i bambini tra 0-3 anni, viene meno la possibilità di diventare bilingui effettivi, pur continuando a presentare il disturbo di linguaggio in entrambe le lingue.
  • Nel periodo tra 0-6 anni devono accantonare le possibilità di comunicazione linguistica utilizzate fino a quel momento.
  • Dopo i 6 anni, il monolinguismo sottrattivo implica dover rinunciare all’utilizzo delle proprie  competenze, iniziando da capo la faticosa implementazione delle abilità di base nella nuova lingua.

La scelta del monolinguismo sembra considerare il linguaggio come avulso dal contesto sociale, negando il ruolo come strumento della comunicazione ( Kohnert,2013).

Il bilinguismo, quindi, è una necessità legata alle circostanze della vita che rappresenti un’opportunità, invece che un problema.

Logopedia e mediazione Interculturale

Il soggetto bilingue richiede maggior tempo disponibile e maggiori risorse. Tra queste necessità una delle più preziose rimane la necessità di attivare il servizio di mediazione culturale per capire la cultura e la lingua di appartenenza del bambino e della famiglia.

Il soggetto bilingue e la sua famiglia possono porre al logopedista delle problematiche meno conosciute rispetto allo “standard”, legate alle differenze comunicative, di lingua, di abitudini e cultura, creando disaggio nella routine professionale quotidiana. La traduzione è una delle strategie che viene usata per evidenziare similitudini e differenze tra le lingue, sopratutto per i bambini in epoca scolare.

Il ruolo del mediatore culturale risulta cruciale nel processo dei trasferimenti dei significanti rispettando le norme sociali e culturali di ognuna delle lingue. Un altro suggerimento riguarda le immagini che possono essere ricavate dall’ambiente domestico utilizzando le foto di casa, dall’imballaggio dei cibi conosciuti, dalle riviste e dai giornali in lingua madre.

Un esperienza professionale interessante realizzando libri purilingui/multiculture nell’ambito della scuola dell’infanzia è stata condotta in Friuli. Sono state costruite 5 storie in 5 lingue ( arabo, albanese, spagnolo, francese e l’inglese), i quali hanno dimostrato buoni risultati nel ampliare il lessico, migliorare la comprensione e la produzione in italiano, valorizzando le lingue native, apprezzando e distinguendo le diverse sonorità linguistiche e la bellezza grafica dei diversi alfabeti.

Il piano di trattamento del bambino bilingue  con Disturbi Psico Linguistici risulta necessariamente il prodotto di un insieme di strategie multiple combinate che richiedono conoscenze generali e specifiche da parte degli operatori, in cui il lavoro del mediatore  culturale gioca un ruolo importantissimo e richiede  competenza e coraggio di confronto.

Note:

(*) Renata Salvadorini.  Dottore logopedista, autrice di vari contributi e studi.

Fonte principale dell’articolo: Renata Salvadorini. I disturbi primari di linguaggio nel bambino multilingue/multiculture,  Pubblicato nel libro “I disturbi della comunicazione nella popolazione multilingue e multiculture” curato da D.  Patrocinio , A. Schindler. FrancoAngeli.  2014

Bibliografia

  • Breda L. , “Cinque storie in cinque lingue” Relazione presentata al Meeting  Il Plurilinguismo in Logopedia, 15-16 ottobre,Pisa.  2010
  • Kohnert K., Language Disorders in Bilingual  Childrens and Adults. Plural Publishing, San Diego,   2013
  • Mazzetti M., Il dialogo transculturale, Roma, Carrocci.  2010
  • AaVv., Curatori:  Patrocinio D., Schindler A.,  I disturbi della comunicazione nella popolazione multilingue e multiculture, FrancoAngeli.  2014



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