Mediazione interculturale nelle Regioni d’Italia: 2. Abruzzo, Basilicata e Campania

18
Feb

Continuiamo il nostro viaggio di ricerca sulla professione del Mediatore Interculturale come è vista e inquadrata attraverso le diverse regioni d’Italia.

Questa settimana ci occupiamo di altre tre Regioni del Sud Italia: Abruzzo, Basilicata e Campania. Tutte e tre, terre di emigrazione e immigrazione nello stesso tempo, dove le politiche di integrazione sono sempre state vicine nell’attenzione dei loro governi.

Abruzzo

Nell’anno 2017 nella Regione ‘Abruzzo sono stati registrati 86,556 cittadini d’origine straniera su un totale di 570 365 residenti (2,3%) . La percentuale più alta è quella della popolazione di origine romena con 31.2%,  seguita da lontano da quelle albanese con 14.2% e Marocchina con 8.5%. (1)

Per facilitare i processi di convivenza e interazione tra gli autoctoni e le popolazione straniere presenti nel suo territorio, la Regione riconosce il bisogno di formare mediatori interculturali e questo avviene attraverso la D.G.R. n.1386/P/2006, definendo la figura professionale del mediatore interculturale come «un tecnico della comunicazione interculturale, che agisce come facilitatore delle relazioni per favorire l’inclusione socio-culturale. (…) Il mediatore culturale collabora ai processi di integrazione degli immigrati e di realizzazione delle pari opportunità. (…) e svolge attività di intermediazione nel processo di adeguamento delle prestazioni offerte all’utenza immigrata.»

Le modalità di conseguimento della qualifica professionale vengono definite nella stessa Deliberazione. I corsi di formazione hanno una durata di 600 ore e un’attestazione di qualifica ex. L. 845/1978. Per quanto concerne la “riqualificazione”, la norma regionale prevede corsi specifici per il conseguimento dell’attestato regionale di qualifica. Le persone vengono selezionate in base ai requisiti (conoscenza di una lingua straniera al livello B2, essere mediatore Interculturale, oppure  aver svolto tale mansione per almeno due anni in Italia). (2)

Anche l’Università dell’Aquila ha attivato corsi universitari dedicati alla Mediazione Interculturale, e una di queste è stata nell’anno accademico 2011/2012 MABAD ( mediazione con l’area balcanico- danubiana) per poter lavorare come nell’ambito economico, sociale e scientifico-culturale tra Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Serbia e l’Italia. (3)

Basilicata

Nella Regione della Basilicata la presenza della popolazione straniera è minore rispetto a quella di Abruzzo, 20.783 mila registrati nell’anno 2017 per un totale di residenti di 570 365 (1,3%). (1)

Al primo posto sono i romeni con 42%, i secondi gli albanesi 8.5% in terza posizione i marocchini con 7.8%. Con percentuali più basse troviamo bulgari, ucraini e altri cittadini di paesi dell’Africa, presenti per lo più come richiedenti d’asilo.

La Regione della Basilicata non dispone di una normativa specifica che definisce la figura del mediatore interculturale, ma con il D.G.R. n. 1952/2011, definisce gli obiettivi da raggiungere da parte del mediatore interculturale come “informazione, sensibilizzazione e comunicazione istituzionale”.

Inoltre, è stato istituitoun «Registro regionale dei mediatori culturali” con lo scopo di accompagnare e orientare i cittadini migranti e i rifugiati, facilitare i loro rapporti con le istituzioni, pubbliche e private, e l’accesso ai servizi e alle prestazioni in diversi ambiti».

La Basilicata non dispone al momento di una normativa specifica per definire il conseguimento della qualifica professionale del Mediatore Interculturale. (4)

Campania

Nell’anno 2017, la presenza della popolazione straniera in Campania segna 243.694 unità su un totale di 5.839.084  residenti (1,7%). (1)

Diversamente dalle altre due regioni che abbiamo visto finora, al primo posto stanno i cittadini ucraini con 17,6%, i secondi sono i romeni con 16,9% e in terza posizione i marocchini con 8.5%. Da questi dati si nota che la prevalenza dell’immigrazione è femminile e di provenienza Est Europea. Questa specificità si traduce anche in una grande necessità di mediazione interculturale, perché le problematiche sono più presenti al livello socio-sanitario.

La Regione Campania, con D.G.R. n. 2843/2003. definisce la figura professionale del mediatore interculturale, riconosciuta nell’ambito delle professioni sociali.

Il mediatore interculturale è «un operatore in grado di svolgere la funzione di mediazione linguistica e soprattutto di orientamento culturale. Il suo compito é di decodificare valori, modi di pensare e di interpretare il mondo, comportamenti e stili di vita, pratiche religiose…» (5)

La modalità di conseguimento della qualifica professionale prevede una qualifica tecnica di II° livello, con un corso di formazione di 600 ore suddivise in due parti: 300 ore di formazione teorica e 300 ore di tirocinio. Oltre a questo, la Regione riconosce i crediti formativi e professionali anche da percorsi di riqualificazione.

Al livello universitario, la laurea triennale in Mediazione linguistica e culturale é centrata sulla dimensione di traduzione. (6)

 

Note:

(1) fonte dati anagrafici Istat

(2) Fonte: Pagina dedicata alla Mediazione In Abruzzo su Inegrazione.gov

(3). vedere  i corsi di laurea triennale dell’UNIVAQ

(4) Fonte: Pagina dedicata alla Mediazione In Basilicata su Inegrazione.gov

(5) Fonte: Pagina dedicata alla Mediazione In Campania su Inegrazione.gov

(6) vedere la pagina del corso in Mediazione dell’Unior




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