Ospite nel C.A.S. e insegnante di bambara: la storia di Famakan Sissoko

18
Feb

Il richiedente asilo che insegna la sua lingua agli operatori di accoglienza di Torino

Famakan Sissoko è originario dal Mali, è arrivato in Italia a luglio 2016 ed è accolto nel centro di accoglienza straordinario (C.A.S.), dell’Associazione Multietnica dei Mediatori Interculturali (A.M.M.I.) di Torino da settembre dello stesso anno. Sin da subito ha mostrato voglia di studiare, di mettersi in gioco e di crearsi un progetto di vita in Italia.

Dal primo colloquio conoscitivo con il mediatore interculturale del centro, è emerso che Famakan ha seguito per due anni il liceo di lingue moderne in Mali e che gli sarebbe piaciuto continuare il suo percorso di studi all’università, ma la situazione difficile nel suo paese l’ha determinato di abbandonare tutto e partire.

Nonostante avesse attraversato momenti di rischio durante il viaggio verso l’Italia, Famakan non ha mai perso di vista i suoi chiari obiettivi, da raggiungere dopo l’arrivo in Italia. La sua prima sfida: imparare l’italiano! Famakan ha un ottimo livello di francese e questo gli è stato molto utile nell’imparare la lingua italiana. A parte i corsi presso il CPIA di Torino, Famakan seguiva con regolarità anche le ore di italiano organizzate all’interno del C.A.S. Ma questo non gli  bastava. Oltre all’interazione continua con i suoi insegnanti, Famakan chiedeva dei libri di italiano, di diversi livelli, per studiare in autonomia. In più, iniziava ad interagire con i suoi colleghi italiani, ma anche con l’operatore di riferimento, tramite semplici conversazioni su Whatsapp, per migliorare la produzione scritta in italiano.

«Il tempo passa e vorrei essere in grado di trovare un lavoro e costruire un progetto di vita»

«Sollecita sempre più compiti e libri da consultare», hanno confermato gli insegnanti. A livello conversazionale, in tutti i momenti, Famakan sceglieva di esprimersi in italiano, rifiutandosi di rispondere in francese, nonostante gli operatori lo facessero per venirgli incontro.
«Anche se faccio degli errori, so che se non ci provo, non imparerò mai. Voglio parlare come te. E subito; perché il tempo passa e vorrei essere in grado di trovare un lavoro e costruire un progetto di vita. Prima possibile, appena prenderò i documenti in Italia», racconta Famakan.

«Mi sveglio ogni mattina alle 5.00, per andare al lavoro. Alle 19 vado a scuola»

E i risultati della perseveranza di Famakan non hanno tardato. Dopo i primi tre mesi di permanenza nel centro, Famakan riusciva a sostenere senza sforzi un dialogo in italiano, su concetti base. Era fiero, motivato, ma non ancora soddisfatto. La costanza e la perseveranza lo spingevano a volere sempre di più, a proporsi degli obiettivi sempre più in alto. Quando è arrivata l’opportunità di svolgere un tirocinio formativo presso un albergo a Torino, Famakan non ha detto di no. Sebbene fosse un “tuttofare”, per lui era l’occasione della sua vita in quel momento.
«A me non importa se pulisco il giardino o lavo per terra nelle stanze. Incontro delle persone e ho l’occasione di migliorare l’italiano ogni giorno», disse Famakan.
Ed è stato così. Ogni giorno imparava delle parole nuove, espressioni chiave e modi di dire. Aveva iniziato a utilizzare anche la gestualità degli italiani. E’ stata una buona partenza per Famakan. Ulteriormente,  si è iscritto al corso da meccanico perché era arrivato il momento di completare il suo percorso professionale.
Attualmente, tutti i giorni Famakan prende due mezzi di trasporto e viaggia per quasi due ore fino a Grugliasco, la sede dell’istituto che eroga il corso.

«Mi sveglio ogni mattina alle 5.00, faccio colazione e parto. Torno a casa alle 18.30 e alle 19 vado a scuola per il corso di italiano», spiega Famakan. E questo tutti i giorni. Non si lamenta di stanchezza ma della mancanza di tempo da dedicare alle altre cose.

Quando è arrivata l’innovativa proposta SPEAK(1), di insegnare la lingua del suo paese agli operatori dei centri di accoglienza di Torino, Famakan ha colto subito l’occasione. L’orario pieno e l’arrivo del Ramadan non l’hanno spaventato. Nemmeno l’idea di rinunciare a dormire un’ora in più il sabato mattina, quando si tiene il corso e nemmeno l’idea di farlo in modo volontario. Come tante altre attività svolte da Famakan. (attività di volontariato civico con il Comune di Torino per la riqualificazione dell’area urbana Parri di Torino, a settembre
2017).  Leggi i dettagli qui.

«Noi, siamo in Italia e io devo parlare l’italiano!»

La prima lezione di bambara è stata un successo. Nonostante il suo carattere timido, Famakan si è presentato sicuro e propositivo davanti ai suoi corsisti, con materiali preparati in autonomia assoluta.

«Puoi parlare anche in francese se ti capita di non sapere alcune parole in italiano», gli hanno detto gli operatori del centro.
«No, preferirei non creare confusione tra gli operatori. Forse non tutti capiscono il francese. Poi, siamo in Italia e io sono l’insegnante. Devo parlare l’italiano», ha spiegato Famakan.
Ha preparato le sue lezioni direttamente sul cellulare, non avendo un computer a casa. E ha conquistato tutti!

 

I sogni nel cassetto

Famakan prenderà la terza media questo mese e sarebbe interessato a iscriversi al liceo in autunno. Gli piacerebbe diventare professore, ma «casomai non accadesse perché serve l’università potrei fare il meccanico, come ho studiato al corso. Se non troverò lavoro nemmeno così, mi piacerebbe diventare falegname – mi piace modellare il legno e costruire degli oggetti utili», ha spiegato Famakan .
«Spero che quest’anno verrò chiamato dalla Questura per presentare la mia richiesta di protezione internazionale davanti alla Commissione Territoriale. E’ passato troppo tempo e sto aspettando con tanta ansia questo momento. Il tempo passa velocemente e vorrei iniziare a tutti gli effetti a muovermi in regola sul territorio Italiano, dove sono stato accolto» ha aggiunto Famakan. Ha scritto tutto in bambara nel suo diario personale.
E’ appassionato di calcio. Fa parte della squadra di calcio AMMI che ha partecipato al “Balon Mundial Football Communities”, torneo di calcio per i richiedenti asilo e rifugiati di Torino. Gli piace la matematica e leggere libri in italiano. Si sta esercitando nell’utilizzo del computer, ogni volta che ha l’occasione di averne uno a disposizione. Cucina molto bene ricette del suo paese, ma anche puré e pasta. Adesso di meno perché c’é Ramadan e “dobbiamo pregare di più”.

Note:

(1). SPEAK è una community globale di più di 11000 persone da più di 130 paesi che condividono la loro lingua, la loro cultura e la loro storia.

 Leggi la storia di Famakan anche sul blog Speak: How a refugee is helping change his new community in Italy 

 




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