Roberta Ricucci (UNITO): ”Il mediatore interculturale non è un traduttore, ma un valore aggiunto per gli insegnanti d’italiano L2”

18
Feb
Roberta Ricucci, Apprendere e Insegnare l’italiano…

La presenza del  mediatore interculturale è fondamentale durante le lezioni di italiano come seconda lingua, in affiancamento all’insegnante, per facilitargli il lavoro e ricostruire la cornice del percorso migratorio dell’allievo.

“Il mediatore interculturale non è un traduttore, ma un valore aggiunto nel percorso di apprendimento della lingua italiana dagli stranieri. E’ una figura preziosa per chi svolge quotidianamente il lavoro dell’insegnamento dell’italiano”, ha dicharato Roberta Ricucci, ricercatrice in Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università Degli Studi di Torino, per Mediatoreinterculturale.it.

Presente al seminario “L’inclusione passa da…”, sulle politiche regionali  attuali e in corso di attivazione, Roberta Ricucci ha parlato dell’importanza dell’apprendimento e l’insegnamento dell’italiano L2, come pratica di cittadinanza attiva nella quale il dialogo degli insegnanti con gli attori del territorio e il coinvolgimento continuo del mediatore interculturale svolgono un ruolo determinante.

La lingua: fattore di inclusione, fattore di esclusione

“La lingua rappresenta un fattore di inclusione, ma allo stesso tempo anche di esclusione” se non insegnata con “massimo riguardo alle difficoltà di apprendimento degli alunni stranieri. Il mediatore interculturale può, in questo senso, ricostruire la cornice dell’intero percorso migratorio dell’allievo. E’ una figura preziosa nel team, se ha le competenze specifiche”, ci ha spiegato Roberta Ricucci.

Risorse scarse, il mediatore interculturale poco presente

Il mediatore interculturale “è una risorsa che può facilitare molto il lavoro dell’insegnante di italiano L2”  e non solo, ma avendo a disposizione sempre meno risorse, il mediatore è poco coinvolto nel lavoro che si propone come un teamwork.

“Purtroppo la figura del mediatore interculturale non è sempre inserita nelle strutture burocratiche funzionali, perché le risorse disponibili sono sempre più scarse e dovremmo pensare a soluzioni innovative: la figura del mediatore interculturale come parte integrante di un team di lavoro”, ci ha spiegato Ricucci.

Ricucci: “Servono delle soluzioni innovative: il mediatore, come parte integrante del team di lavoro”

Prospettiva: coinvolgimento della comunità, insegnanti in dialogo con il territorio e peer-tutoring

Alla fine della sua presentazione, dal titolo “Apprendere e insegnare l’italiano: pratica di cittadinanza per allievi, insegnanti e genitori”, Roberta Ricucci ha lanciato quattro sfide per il miglioramento delle prassi di insegnamento dell’italiano L2 che devono viaggiare “dall’emergenza all’integrazione, dalle basi emergenziali alle linee strutturali e al continuo dialogo degli insegnanti con le comunità di appartenenza e con gli attori del territorio”, tra i quali anche il mediatore interculturale.

Il seminario “L’inclusione passa da…” , moderato da Daniela Simone (Direzione Coesione Sociale Regione Piemonte), si è svolto l’altroieri a Torino e ha visto la partecipazione di Sergio Chiamparino, Presidente della Regione Piemonte, Renato Saccone, Prefetto di Torino, Monica Cerutti, Assessora regionale all’Immigrazione, Roberta Ricucci, ricercatrice in Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’UNITO.

Il seminario è stato proposto come un’analisi-dibattito  del Piano regionale “Petrarca per la formazione linguistica di cittadinini provenienti da paesi terzi, con approfondimento sull’insegnamento della lingua italiana, come strumento per l’integrazione e sulle buone pratiche messe in atto dal progetto.




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