Superare i ghetti. Per i migranti casa, scuola e Costituzione

Il ministro Ferrero presenta il bando per i progetti per l’inclusione sociale
In “tragico” ritardo, ma finalmente ci siamo. Cinquanta milioni di euro del Fondo nazionale per l’immigrazione a disposizione di regioni, comuni, enti locali, associazioni, per il finanziamento di progetti per l’inclusione sociale dei migranti e dei loro familiari. La casa e la scuola, la lingua italiana e la Costituzione, la tutela dei minori e la lotta allo sfruttamento e alla marginalità sociale; uno stanziamento di cinquanta milioni di euro, che per il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero rappresenta solo l’inizio: “Chiederò nella prossima Finanziaria di raddoppiare il Fondo, passando da 50 a 100 milioni di euro”. Una cifra, tiene a sottolineare, che rappresenta una minima parte di quanto i lavoratori immigrati versano allo Stato grazie al loro lavoro: “I tre milioni di immigrati regolari creano il 5% del Prodotto Interno Lordo italiano, pari a circa 75 miliardi di euro: nelle casse dello stato, grazie alle imposte sul reddito, arrivano circa 10 miliardi di euro. Lo dico chiaramente – ha continuato Ferrero – e specialmente a beneficio dei leghisti: la sproporzione fra quanto lo stato italiano guadagna dalla presenza degli immigrati (10 miliardi di euro) e quanto spende (50 milioni di euro) è evidente: è necessario intervenire oggi per evitare che la mancata integrazione possa fra 10 anni portare la nostra società a problemi ben maggiori”.

La filosofia dell’intervento mira a finanziare singoli progetti (redatti da enti locali o associazioni riconosciute) capaci di agire sugli aspetti di criticità maggiore, a iniziare dalla questione alloggiativa. L’idea è quella del superamento dei ghetti, a partire da esperienze singole come quelle di via Anelli a Padova, e prevede una disponibilità di 17 milioni di euro per evitare la sedimentazione dei ghetti e preservare la varietà dell’aspetto urbano delle città: “Non vogliamo le banlieu domani, lavoriamo per smontare i ghetti oggi”, ha riassunto il ministro Ferrero, ricordando che i progetti saranno mirati a creare strutture di accoglienza temporanea, alloggi da destinare a locazione, e poi attività di informazione, orientamento, autocostruzione. Altri tre milioni di euro saranno destinati a progetti nelle aree specifiche di quattro città (Roma, Padova, Torino e Milano) a vantaggio delle comunità Rom, Sinti e Camminanti, con l’obiettivo di giungere al superamento dei campi nomadi in un contesto di pieno inserimento non solo abitativo, ma anche scolastico e lavorativo.

Alla scuola si riferisce il secondo grande filone dei progetti per i quali si potrà chiedere il finanziamento statale: protagonisti saranno gli alunni stranieri e le loro famiglie. Si tratta di un importo complessivo di due milioni di euro, la metà dei quali destinati a interventi a favore delle comunità Rom, Sinti e Camminanti delle aree metropolitane di Roma, Firenze, Bologna, Napoli e Milano. Per un buon percorso scolastico, è stato ribadito, è necessaria la piena conoscenza della lingua italiana, una delle discriminanti per la piena inclusione sociale: è così che i progetti finalizzati alla diffusione della lingua e della cultura italiana (anche attraverso programmi del servizio pubblico radiotelevisivo) godranno di un finanziamento complessivo di 10 milioni e mezzo di euro, mentre altri due saranno utilizzati per programmi e progetti finalizzati alla conoscenza della Costituzione e dell’ordinamento giuridico nazionale. A questi fondi si aggiungerà uno stanziamento ad hoc da parte del Ministero dell’Istruzione.

Saranno attuati con la collaborazione dei comuni italiani (attraverso l’ANCI) i 10 milioni di euro destinati alla tutela dei minori stranieri non accompagnati, con il primo obiettivo di evitare che possano essere preda della criminalità organizzata e che al compimento del diciottesimo anno di età entrino in una condizione di clandestinità. Si interverrà anche nel campo della valorizzazione delle seconde generazioni, per permettere loro una riflessione sulla loro condizione e la possibilità di godere di canali ed esperienze di comunicazione (un milione e mezzo di euro) e sulla tutela delle donne immigrate a rischio di marginalità: due milioni e mezzo di euro per programmi che favoriscano l’accesso ai servizi pubblici anche attraverso mediatori culturali, e che creino percorsi di emersione delle donne emarginate.

“È dal 1974 che nel nostro paese il numero degli immigrati supera quello degli emigranti: quella dell’immigrazione – ha sostenuto Ferrero – non è dunque una emergenza nata negli ultimi 15 giorni, ma una realtà da almeno 34 anni: è tragico che si arrivi solo oggi a fare un Fondo nazionale”. Secondo Ferrero, l’unica vera emergenza è “l’incapacità dello stato italiano di rispondere a questa realtà, di affrontare questa situazione non solamente sul versante della repressione, ma da quello dell’inclusione: quello di oggi è un primo passo, ma quanto mai significativo”. I progetti possono essere presentati entro il prossimo 2 novembre da parte di enti locali, regioni, province autonome, associazioni iscritte al registro della Direzione generale dell’immigrazione.

Fonte: Redattore sociale, 18/09/2007




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