Chieti. L’ASL lancia HelpVoice, la mediazione linguistica al telefono

18
Feb

Chieti (Abruzzo). Per risolvere la questione delle difficoltà di comunicazione con i pazienti stranieri, l’ASL di Chieti sceglie di attivare in tutti gli ospedali della provincia un sistema di interpretariato via telefono. Una soluzione sicuramente originale. Ma basta la traduzione via telefono a risolvere i problemi che possono comparire tra il malato e il paziente?

Ospedale di Chieti

Il 22 di dicembre scorso, la dirigenza dell’ASL di Chieti presentava Helpvoice, un servizio di interpretariato linguistico telefonico attivo 24/24 tutti i giorni, per i pazienti stranieri. L’obiettivo del servizio è quello di facilitare la relazione tra il personale sanitario e i pazienti non in grado di esprimersi nella lingua italiana.

Il servizio, che sarà operativo in tutti gli ospedali della provincia, permetterà  chiamando un numero verde di avviare una conversazione in viva voce tra paziente, personale sanitario e un interprete che si troverà dall’altra parte della linea. Il servizio funzionerà in tutte le unità operative di tutti gli ospedali dell’ASL, sia nei reparti sia nel servizio delle emergenze. Le lingue dichiarate disponibili sarebbero oltre 100: “tutte le lingue europee, latino-americane e orientali, oltre a 40 dialetti e idiomi minori” – dichiara il comunicato ufficiale dell’ASL 2 di Chieti.

“Il servizio viene attivato con una telefonata a un numero verde e digitando un codice aziendale che viene comunicato alle unità operative che fanno richiesta del servizio  e che consente l’accesso alla traduzione. Il sistema, oltre ad acquisire il consenso alla registrazione della chiamata, nel rispetto della normativa sulla privacy, chiede l’indicazione della lingua desiderata, e di seguito crea il contatto con l’interprete o mediatore linguistico disponibile in quel momento; in caso di particolari richieste, la telefonata sarà inviata a un operatore che provvederà a trovare la soluzione più idonea.

La durata della chiamata è senza limiti di tempo, poiché l’ASL versa un canone per l’utilizzo del servizio che, pertanto, non è vincolato al numero di telefonate né al tempo impiegato.” (comunicato Asl 2 Chieti).

«Si tratta di un servizio che ci permette di migliorare l’assistenza in termini di efficacia – ha sottolineato Pasquale Flacco, il direttore generale dell’ASL – perché le difficoltà linguistiche creano sicuramente problemi all’inquadramento diagnostico del paziente straniero e anche alla corretta aderenza alla terapia. Grazie alla mediazione linguistica a disposizione nelle 24 ore, possiamo migliorare sensibilmente l’accoglienza e l’assistenza offerta ai cittadini di altri Paesi per i quali il diritto alla salute può essere meglio esercitato».

Un servizio che sicuramente rappresenta una innovazione importante nel mondo della mediazione linguistica in ambito sanitario. Se funzionerà come previsto sarà senza dubbio uno strumento di grande utilità. Il suo punto forte è quello di essere attivabile in tutte le unità e ad ogni momento. Risolve i problemi della reperibilità del servizio e quello anche della disponibilità di un importante numero di lingue. Uno strumento molto utile per il diritto alla salute, che potrebbe presto essere preso come esempio da molte aziende sanitarie del paese.

Si tratta però, come lo indica il nome, di sola mediazione linguistica, interpretariato, insomma. Uno strumento che deve essere limitato alle emergenze e alle situazioni occasionali. Perché nelle situazioni complicate e durature, la presenza fisica di un Mediatore Interculturale (e quindi non solo linguistico) porta ad affrontare e risolvere molti problemi che non sono solo di ordine linguistico. Perché la relazione umana non è fatta di sole parole ma di toni, posture, sguardi, gesti e espressioni facciali e di codici culturali. Perché molti aspetti culturali sono difficilmente interpretabili a distanza. E perché una presenza umana è sempre più rassicurante di una voce lontana.




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