Una dimora interculturale

18
Feb

Da agosto 2015 in un piccolo comune del cuneese il gestore di Dimora di Castello dei Conti, ha sentito la necessità di chiedere la collaborazione dei mediatori interculturali dell’associazione AMMI e dei Psicologi per i Popoli, per far fronte alle molteplici particolarità che porta la gestione di un Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS).

Si diventa eroi non quando si è perfetti, ma quando si riescono a superare le difficoltà e a convivere nella diversità con tutti gli strumenti umani che si hanno a disposizione : il sorriso, le emozioni, la difficoltà di parlare un’ altra lingua, il desiderio di imparare, la curiosità di sentire il suono di un’altra terra, la possibilità di scoprire nuove capitali, tradizioni, piatti e canti che popolano il mondo… e così scoprire di non aver più paura, ma semplicemente di essere più ricchi. Sembra un sogno, eppure tutto ciò sta avvenendo in un piccolo /grande paese di nome Trinità, in provincia di Cuneo, e, chissà, forse anche in qualche altra realtà vicina. In un sistema di accoglienza che fa acqua da tutte le parti, silenziosamente, lentamente e sicuramente anche con fatica, insieme si fanno passi propositivi verso quella che chiamiamo una Convivenza Costruttiva: una grande opportunità di incontro, confronto e scambio tra diverse culture.
Tanti sono i protagonisti di questa storia a Trinità: il sindaco Ernesta Zucco, Sonia Campra e la sua famiglia, Psicologi per i Popoli-Cuneo con due psicologhe, AMMI, ossia l’Associazione Multietnica dei Mediatori Interculturali con 5 mediatori, il signore del bar, il prete, il signore della tabaccheria, gli operai comunali e tante, tante altre persone che stanno rendendo vivibile, attraverso svariati gesti concreti, questo momento storico così critico ….ed infine i richiedenti asilo politico, che ormai si vedono per le strade, in biblioteca, al campo sportivo, in chiesa …

Il primo incontro ufficiale tra gli abitanti Trinità e i ragazzi ospiti del Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) Dimora Castello dei Conti, si è avuto in occasione della “Fera dij pocio e dij bigat”: come succede quando due persone si incontrano per la prima volta, si è avvertito un po’ di imbarazzo e distanza iniziale, ma poco a poco le persone hanno iniziato ad avvicinarsi al banchetto allestito: funziona proprio così, alla diversità ci si avvicina con cautela e prudenza. L’importante è permettersi di farlo!

Questo è il nostro augurio!




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